ISOLA DEL GRAN SASSO – Si sono ritrovati in oltre 3mila al santuario di San Gabriele, per riaffermare la necessità di una attenzione maggiore sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ma soprattutto dimostrare solidarietà verso chi ha sofferto i danni delle calamità. E’ stato dedicato ai terremotati e a chi, in provincia di Teramo e in abruzzo, ha subito devastazioni dal maltempo di gennaio, il consueto raduno regionale dellAssociazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro, che si è tenuto al Santuario di San Gabriele. E proprio a Isola del Gran Sasso e a Nerito di Crognaleto, simboli delle ferite delle calamità naturali, l’Anmil ha dedicato il pensiero più tangibile: «Grazie al ostegno dell’Anmil nazionale oggi con grande soddisfazione posso annunciare che l’associazione mette a disposizione della comunità di Isola del Gran Sasso un fondo da destinare alle necessità dei terremotati, siano essere strutture scolastiche che aiuti concreti – ha detto Nicola Marcozzi, presidente regionale Abruzzo dell’Anmil -. Inoltre, a Nerito di Crognaleto una nostra unità operativa fornisce consulenza teica, legale e medica, assolutamente gratuita, per la popolazione colpita dalla calamità naturale».
Celebrando la solenne messa, nella sua omelia il rettore del Santuario, padre Natale Panetta, ha ricordato il valore dell’impegno dei lavoratori e di quanto sia ben presente anche il tributo che troppo spesso pagano nei cantieri. I numeri tengono alta l’attenzione sul problema: se gl infortuni fanno registrare un trend in dimunzione, le vittime sui luoghi di lavoro preoccupano. Se l’incremento fino a 39′, nel 2015, rispetto al 2014 (quando eano state 30) hanno destato apprensione, il 2017 farà gridare al vero e proprioi allarme, quando si registrerà il peso delle tragedie di Rigopiano e dell’elicottero del 118 caduto a Campo Felice. Numeri che ribadisconso la necessità di una nuova cultura della prevenzione, come ha ribadito oggi il presidente nazionale dell’Anmil, Franco Bettoni: «La prevenzione deve diventare un costume, un’abitudine – ha detto -. Non possiamo più considerare evento non prevedibile un infortunio o una morte sul lavoro. Tutto è prevedibile e quindi la prevenzione va affermata fortemente: 39 morti in un anno non sono degni di un Paese civile».