TERAMO – Per non avere problemi, avrebbe costretto un suo operaio, che era stato vittima di un incidente
sul lavoro, a dichiarare di essere caduto in casa. E così un imprenditore di 49 anni residente a Montesilvano è finito a processo con l’accusa di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. A rinviarlo a giudizio, su
richiesta del pm Davide Rosati, il gup Giovanni De Rensis. I fatti contestati all’imprenditore risalgono al 21 maggio del 2014 quando un suo dipendente si era infortunato in cantiere tanto da dover ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Atri. A quel punto, secondo l’accusa, l’imprenditore per non avere problemi con gli enti preposti, avrebbe costretto l’uomo a mentire e a dichiarare di essersi fatto male cadendo da una scala mentre si trovava a casa. E questo minacciandolo di licenziare sia lui che i fratelli se avesse raccontato la verità. Verità che però, col tempo, era venuta a galla, tanto che l’uomo era stato indagato. Oggi il rinvio a giudizio. Ma non solo. Perché per la stessa vicenda l’imprenditore, ed anche lo stesso operaio, sono indagati in un secondo procedimento per false dichiarazioni.