TERAMO – (jacopodifrancesco) Povero d’idee. Questa è l’unica maniera di descrivere il Teramo che oggi al Bonolis ha impattato 0-0 contro la Fermana, ottenendo circa il 60% di possesso palla ma senza mai concludere pericolosamente verso la rete marchigiana; partita scialba anche da parte dei gialloblù, che tuttavia lasciano Piano D’Accio più con un punto guadagnato che con due persi. Lo stesso non si può dire del Diavolo, che per far il salto di qualità avrà bisogno senz’altro di vincere contro chi scende in Abruzzo esclusivamente per il pareggio.
Asta parte con il rombo e gli stessi 11 di Pordenone. I biancorossi controllano le operazioni – anche grazie alla buona impostazione dal basso – per tutto il primo tempo senza pause, ma i ritmi restano blandi e l’unico che riesce a rendersi pericoloso – dalla distanza – è De Grazia. L’ottimo filtro costruito dalla linea mediana impedisce ai gialloblù di costruire qualcosa nella trequarti locale; giocata che invece viene facile al Teramo, al quale però manca l’ultimo passaggio e l’istantanea durezza della gara complica l’assunto.
Le mosse di Asta Trovando chiusi tutti gli spazi centrali, Asta inserisce Barbuti per Bacio Terracino e il Teramo alza notevolmente il suo baricentro, e ciò ha come diretta conseguenza un miglioramento del gioco della Fermana sulle fasce, soprattutto con le scorribande di Petrucci, che comunque non creano troppi patemi alla difesa di Speranza e associati. Il ritmo della gara va scendendo, mentre per il Diavolo continua l’affannosa ricerca del passaggio giusto. Asta passa quindi al 4-3-3 con gli ingressi di Graziano – ancora molto spaesato – e Soumarè; in questo frangente esce anche Sansovini, subissato dai fischi pieni di rancore del Bonolis, mentre all’aumentare della stanchezza aumentano gli errori di misura a metà campo, che rendono l’impresa di passare in vantaggio ancor più ardua. L’unico che riesce a dare anche solo l’impressione di creare qualcosa è Soumarè, mente gli innesti – tardivi – di Paolucci e Fratangelo non sortiscono effetti.
Dunque un punto che ha più il sapore di due persi, ma bisogna subito passare oltre. Giovedì – inspiegabilmente alle 14:30 – arriverà al Bonolis la Feralpi Salò per ritrovare mister Asta, e se da un lato la caratura dei Leoni del Garda è sicuramente diversa, di certo non verranno per chiudersi in area.
Asta parte con il rombo e gli stessi 11 di Pordenone. I biancorossi controllano le operazioni – anche grazie alla buona impostazione dal basso – per tutto il primo tempo senza pause, ma i ritmi restano blandi e l’unico che riesce a rendersi pericoloso – dalla distanza – è De Grazia. L’ottimo filtro costruito dalla linea mediana impedisce ai gialloblù di costruire qualcosa nella trequarti locale; giocata che invece viene facile al Teramo, al quale però manca l’ultimo passaggio e l’istantanea durezza della gara complica l’assunto.
Le mosse di Asta Trovando chiusi tutti gli spazi centrali, Asta inserisce Barbuti per Bacio Terracino e il Teramo alza notevolmente il suo baricentro, e ciò ha come diretta conseguenza un miglioramento del gioco della Fermana sulle fasce, soprattutto con le scorribande di Petrucci, che comunque non creano troppi patemi alla difesa di Speranza e associati. Il ritmo della gara va scendendo, mentre per il Diavolo continua l’affannosa ricerca del passaggio giusto. Asta passa quindi al 4-3-3 con gli ingressi di Graziano – ancora molto spaesato – e Soumarè; in questo frangente esce anche Sansovini, subissato dai fischi pieni di rancore del Bonolis, mentre all’aumentare della stanchezza aumentano gli errori di misura a metà campo, che rendono l’impresa di passare in vantaggio ancor più ardua. L’unico che riesce a dare anche solo l’impressione di creare qualcosa è Soumarè, mente gli innesti – tardivi – di Paolucci e Fratangelo non sortiscono effetti.
Dunque un punto che ha più il sapore di due persi, ma bisogna subito passare oltre. Giovedì – inspiegabilmente alle 14:30 – arriverà al Bonolis la Feralpi Salò per ritrovare mister Asta, e se da un lato la caratura dei Leoni del Garda è sicuramente diversa, di certo non verranno per chiudersi in area.
Teramo Calcio (4-3-1-2) Calore; Ventola, Caidi, Speranza, Sales; Ilari (81′ Paolucci), De Grazia, Varas (56′ Graziano); Tulli (87′ Fratangelo); Bacio Terracino (45′ Barbuti), Foggia (56′ Soumarè).
Pagelle
Calore 6 spettatore non pagante
Ventola 6 attivo in entrambe le fasi
Caidi 6 presente sulle palle alte
Speranza 6,5 utile anche in impostazione
Sales 6 rispetta le consegne
Ilari 5,5 si spegne alla distanza
De Grazia 6,5 risulta il più pericoloso
Varas 6 bene dietro, meno in avanti
Tulli 6 prova ad inventare
Bacio Terracino 5 assente ingiustificato
Foggia 5 fuori partita
Soumarè 6 prova a portare la scintilla
Graziano 4 spaesato
Calore 6 spettatore non pagante
Ventola 6 attivo in entrambe le fasi
Caidi 6 presente sulle palle alte
Speranza 6,5 utile anche in impostazione
Sales 6 rispetta le consegne
Ilari 5,5 si spegne alla distanza
De Grazia 6,5 risulta il più pericoloso
Varas 6 bene dietro, meno in avanti
Tulli 6 prova ad inventare
Bacio Terracino 5 assente ingiustificato
Foggia 5 fuori partita
Soumarè 6 prova a portare la scintilla
Graziano 4 spaesato