ATRI – Sabato prossimo (alle 17), sarà inaugurata ad Atri, nelle sale delle Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva, la mostra di Guy Lydster ‘Il Delta dell’Occhio’.
Lo scultore neozelandese, che da tempo vive e lavora a Bologna, è stato ad Atri per allestire la mostra, curando personamente il posizionamento delle circa 50 sculture, alcune di grandi dimensioni come l’occhio ‘Big Wide Eye’ che accoglierà i visitatori nello splendido cortile del Palazzo Ducale. Sono stati esposti anche una ventina di disegni. Presenti ad Atri insieme all’artista anche gli organizzatori teramani della mostra, Paolo Quartapelle e Pasquale Bonomo e il curatore Giuseppe Bacci.
La personale di Atri è la prima in assoluto in Abruzzo dell’artista neozelandese: le sue opere, famose le sue “headscapes”, le teste-paesaggio, lo hanno ormai imposto all’attenzione della critica come uno degli scultori più interessanti del panorama artistico italiano.
Guy Lydster, che si è detto soddisfatto della qualità formale e spaziale delle sale espositive e di come le stesse opere si esaltino negli ambienti delle Scuderie Ducali, ha spiegato lo spirito della mostra ‘Il Delta dell’Occhio’:
«L’occhio umano è un microcosmo di mondi visibili e invisibili. Essendo il nostro principale mediatore con la luce, e con tutti gli altri visibili corpi celesti, è il baricentro che collega la nostra percezione della terra sotto i nostri piedi al movimento dell’universo. Oltre a permetterci di “vedere”, ci permette anche di “capire” e soprattutto di “ricordare” ciò che vediamo e capiamo. La cultura contemporanea – secondo Lydster – non è al servizio del pieno potenziale dell’occhio umano. Nonostante la sua forte enfasi sulle capacità visive, essa condiziona l’occhio verso una sorta di cecità quotidiana. In altre parole una cultura che privilegia il visivo al di sopra di tutti gli altri sensi finisce paradossalmente per limitare questa stessa capacità visiva».