TERAMO – Il primo commento ufficiale sulle dimissioni dei 18 consiglieri comunali e sulla caduta della giunta guidata dal sindaco Maurizio Brucchi arriva proprio dal gruppo che alla fine è risultato determinante perchè le opposizioni trovassero i numeri per far tornare a casa il primo cittadino, Futuro In. In una nota diffusa proprio mentre al protocollo comunale si ratificavano le 18 firme di altrettanti consiglieri comunali sulle dimissioni, il gruppo di ex maggioranza relativa che fa riferimento al vicepresidente del consiglio regionale, Paolo Gatti (composto da Giovanni Battista Quintiliani, Maurizio Salvi, Milton Di Sabatino, Francesca Di Egidio, Antonella De Luca ed Emidio Di Matteo), ha emesso una nota in cui afferma di non «aver mai desiderato una conclusione del genere, ma dopo tre anni e mezzo di sostegno limpido ed incondizionato, abbiamo dovuto prendere atto della improseguibilità di questa esperienza amministrativa».
I ‘gattiani’ sottolineano «l’eccesso di litigiosità motivato esclusivamente da personalismi» che ha caratterizzato questo mandato fin dall’inizio, e di come questa giunta abbia perso il sostgno di varie componenti strada facendo (da Fratelli d’Italia ai dalmati) e come abbia anche cambiato molti suoi assessori, «immolati alle varie crisi» come Di Stefano e Romanelli prima e successivamente anche Lucantoni ed Antonini.
«Quanto accaduto il 2 novembre scorso, con la persistenza della mancanza dei presupposti numerici minimi per governare – e dopo la sottoscrizione di innumerevoli documenti mai rispettati- ci ha indotti a rinunciare alle nostre posizioni (3 assessorati ed oggi anche alla presidenza del consiglio comunale) ed a chiedere lucidamente e rispettosamente al Sindaco di porre fine ad uno stillicidio non più comprensibile ai cittadini e privo di ogni prospettiva politica ed amministrativa – scrivono i ‘gsattiani’ -».
«Riteniamo di aver fatto tutto quanto possibile in questi tre anni e mezzo per preservare l’Amministrazione, assicurando il nostro pieno sostegno e tollerando ogni genere di atteggiamento da parte di taluni singoli che hanno chiaramente posposto gli interessi della città a quelle che parevano essere convenienze politiche personali, imponendo scelte e determinazioni che più volte non abbiamo condiviso ma che abbiamo silenziosamente subito, ed avremmo anche continuato a farlo, se ciò fosse bastato per governare in modo sereno, operoso, incisivo».
«Ci dispiace infinitamente per questo epilogo anche e soprattutto per i percorsi umani condivisi, ma riteniamo con convinzione che la restituzione del potere di scelta nelle mani dei cittadini in primavera rappresenti l’atto più decoroso che potessimo compiere.
«Siamo certi che i teramani potranno scrivere e scegliere una storia nuova e che le vicende degli ultimi anni li indurranno a valutazioni più attente e scrupolose nella scelta dei propri rappresentanti in Consiglio comunale».