TERAMO – Più che ‘modello Teramo’ si avvertiva come ‘papocchio Teramo’ la gestione amministrativa della città. Lo sostiene il commissario dell’Unione comunale di Teramo, nonchè capogruppo regionale del Pd, Sandro Mariani, che nel commentare lo scioglimento del consiglio comunale dopo le dimissioni dei 18 consiglieri presentare oggi, si ritiene «soddisfatto di aver evidenziato e decretato la fine di una situazione penosa e umiliante per Teramo.
Il nostro ruolo di opposizione chiara e fuori da ogni pasticcio ce lo ha imposto, ma certo quella di oggi non è una giornata felice: il fallimento di un’Amministrazione è una ferita inferta alla Città che l’ha scelta e i Teramani non vogliono e non devono trovarsi più nelle condizioni di accettare, senza possibilità di reagire, errori e accordi capricciosi e personali, che passano sopra le loro teste». Non si fa festa, secondo Mariani, dunque ma questo lunedì deve essere «considerato come il giorno zero, per ripartire. Senza più umiliazioni per Teramo, né per nessuno dei Teramani, di qualsiasi estrazione e scelta politica. Il Commissario che prenderà la guida dell’ordinario, certamente garantirà la gestione delle vicende più significative, che in questo momento riguardano Teramo, e nel frattempo una politica più serena avrà modo – ha concluso Mariani – di preparare il lavoro da fare con la nuova Consiliatura».