TERAMO – «Mi sento tradito, mi sento tradito in quello che ho dato a queste persone, da chi avrebbe dovuto e potuto fare un discorso diverso, perchè quando c’è stato da mettere il nono assessore in particolare Silvio Antonini, il sindaco non ha detto no, e avrebbe potuto dire no, Brucchi c’è stato, non ha detto una sola parola me lo ha chiesto Paolo Gatti, mi sono caricato sulle spalle la responsabilità… però poi quando vedo e sento che qualcuno vuole fare Ponzio Pilato… allora non mi va più bene». C’è Paolo Gatti, e non poteva essere altrimenti, tra i principali bersagli della reazione dell’ex sindaco Maurizio Brucchi, nella sua prima uscita dopo la defenestrazione da palazzo di Città. L’ha fatta dagli schermi di SuperJ, ospite di Walter Cori, per criticare i cosiddetti leader del ‘modello Teramo’, e oltre a Gatti, anche Gianni Chiodi ("non si è mai visto e quando ha parlato, due volte, lo ha fatto contro di me") e Mauro Di Dalmazio ("si è defilato da subito, delegando al tavolo Giorgio Di Giovangiacomo, perchè aveva problemi interni alla sua lista civica e per non scegliere tra lui e Campana ha preferito uscire dalla maggioranza").
Sulle dimissioni, presentate e poi ritirate, Brucchi ha ricordato di averle ritirate perchè glielo avevanno chiesto tutti, e che aveva anche valutato la candidatura a cui poi aveva rinunciato per espressa richiesta di Berlusconi che «vuole i sindaci sul pezzo, perchè conoscono il territorio e la gente e servono sul campo per la campagna elettorale». E ne ha anche per il presidente del Consiglio comunale, Milton Di Sabatino, “altra pagina triste di questa consiliatura. L’ho voulto io presidente del Consiglio contro tutto e contro tutti e lui lo ha fatto perchè l’ho voluto io. E quando volevano sfiduciarlo l’ha difeso Maurizio Brucchi, uno dei pochi. E che lui abbia fatto la scelta di andare via dalla mia lista mi ha fatto male ma fino a un certo punto. Quando ho visto la sua firma sul documento che mi chiedeva le dimissioni, beh… mi è parso brutto, perhè credo che Brucchi non meritasse quella firma».
Sui dissidenti Brucchi ha ricordato di averci lavorato ma che non l ha creati lui, bensì proprio quella lista (Futuro In) che gli ha voltato le spalle e sul commissario in arrivo ha sottolineato che «da oggi non c’è più un sindaco la gente capirà questo cosa significa e valuterà. quanti di quelli che oggi sono andati a firmare ieri parlavano contro l’ipotesi di un commissariamento, quanti…». E il fatto che il suo mandato sia stato caratterizzato da un alto numero di giunte, «le giunte ci sono state perchè qualcuno me le ha chieste e me le ha chieste con precise indicazioni».
Brucchi saluta e ringrazia tutti ma tiene a precisare che la sua uscita è stata decisa fuori dal consiglio perchè non c’è una motivazione poiitica: «Non so e non ho capito quale sia stata la mia colpa? La colpa di aver portato soldi alla città per grandi opere, di quanto fatto per questa città, anche da solo ultimamente?».