TERAMO – Puntuale, come ogni inizio anno, torna la querelle sull’aumento dei pedaggi delle autostrade A24 e A25 che, nonostante siano tra le più care d’Italia, conoscono periodicamente incrementi del costo chilometrico.
Levata di scudi di politici e associazioni contro "il rischio di aumento del 13 per cento dei pedaggi autostradali sulle autostrade A24 e A25" che collegano l’Abruzzo con il Lazio. Per il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, se ci dovesse essere l’aumento "sarebbe un salasso per quella che è già l’autostrada più cara d’Italia e di fatto l’unica possibilità di collegamento dell’Abruzzo, e dell’Abruzzo interno in particolare, verso Roma e non solo. Non è una scelta equa neppure questa, e graverebbe su territori che stanno già affrontando problemi immani. Non lo sarebbe per i cittadini, per le imprese, per i lavoratori".
Per presidente e direttore di Confartigianato Abruzzo, rispettivamente Luca Di Tecco e Daniele Giangiulli, "l’aumento dei pedaggi è vergognoso, è un ennesimo rincaro che potrebbe divenire realtà se venissero confermate le voci circa l’accordo, giunto al termine di una lunga trattativa tra Strada dei Parchi, Ministero dei Trasporti e Ministero dell’economia". I due attaccano il presidente della Giunta regionale abruzzese, Luciano D’Alfonso: "Altrettanto vergognoso è il silenzio del governatore Luciano D’Alfonso sulla questione".
Il direttore regionale di Confcommercio, Celso Cioni, in una lettera aperta chiede un incontro con il governatore D’Alfonso, prefigurando "un’ulteriore perdita competitiva del Sistema produttivo abruzzese nel momento in cui, con fatica, esso sta cercando di poter fruire degli ancor debolissimi segnali di ripresa economica e occupazionale".
Sulla questione interviene anche Massimo Carugno della Segreteria Nazionale Psi. "La Strada dei Parchi applica una sentenza del Tar che annulla il blocco degli aumenti imposto dal Ministero Infrastrutture e Trasporti nel 2014. Se per andare da Pescara a Roma si spendevano 17,30 euro dal 1 gennaio ci vorranno circa 20. Siamo a livelli di quasi il doppio di quello che si paga sulla Milano-Bari. Questa regione, che dovrebbe vivere di turismo, è penalizzata proprio sui costi della mobilità. Autostrade a prezzi astronomici e treni che viaggiano a passo di lumaca rischiano di azzerare qualunque forma di interesse turistico per l’Abruzzo. Tutto nell’assordante silenzio del governo regionale".