TERAMO – E’ un «progetto di totale apertura alla città», per il rettore di UniTe Luciano D’Amico, l’idea di recupero conservativo che trasformerà l’ex ospedale psichiatrico di Porta Melatina nella Cittadella della cultura: 35 milioni di euro del Masterplan da spendere per riportare a nuova vita 22mila metri quadrati di un «immobile identitario e di grande pregio della città – ha spiegato D’Amico, presentando il progetto alla stampa e ai portatori di interesse in una conferenza stampa organizzata nel cortile tra i padiglioni Cerulli, dell’edificio in disuso -». UniTe ricevuto in comodato dalla Regione-Asl il complesso edilizio che ospitò il primo ospedale psichiatrico interregionale e UniTe ha ceduto in comodato alla Regione-Adsu la sede del Rettorato.
Nella Cittadella della cultura saranno destinate le sedi delle Associazioni culturali cittadine, la facoltà di Danza, arte, musica e spettacolo, la nuovissima Facoltà di gastronomia, la sede del Braga, un Auditorium, aule e laboratori di Scienze della Comunicazione, la sede del Dipartimento di igiene mentale.
Un vero polo, dunque, Perchè il discorso del rettore è chiaro e spiega l’iniziativa che trasuda una sorta di mecenatismo nei confronti del capoluogo: «Se non partiamo da una rivoluzione culturale – ha detto – non saremo in grado di arrivare ad una rivoluzione scientifica e senza di questa non potremmo innescare una ripartenza dell’economia. Ridare vita culturale a questa città significa ridarle la possibilità di risorgere». Passa dunque attraverso i prossimi tre anni di cantiere «l’aspetto centrale di questo investimento – come ha aggiunto il Rettore – è che se riusciamo a realizzare questa cittadella, saremo in grado di mettere in moto dei meccanismi che possono consentire di ridefinire una sua vocazione, ritrovare una sua prospettia di sviluppo e valorizzare quelli che io definisco i ‘professionisti in formazione’, vale a dire i nostri 7mila iscritti. E’ bene chiarirlo: quando si dice università di Teramo il "di" non sta a indicare il solo indirizzo geografico ma impone di interpretare insieme la vera energia e il ruolo di protagonista di questo territorio. Non cerchiamo una nuova sede – ha concluso il rettore -: vogliamo raggiungere questo obiettivo perchè ci consentirà di vivere meglio, perchè l’università di un territorio forte, vive meglio di una univeristà di un territorio debole».
Secondo quanto illustrato domani partono i rilievi laser della struttura e i sondaggi archeologici. E’ presumibile ipotizzare l’apertura del cantiere nel mese di ottobre, dopo l’espletamento di una gara europea. «Dall’apertura fisica del cantiere – ha detto D’Amico – ci vorranno, noi stimiamo, almeno tre anni, e ragionevolmente nel 2021 si potrà avere questa sede pronta, con la nuova facoltà, il Dipartimento di Igiene mentale della Asl nella nuova sistemazione».
Alla fine i conti: con questo progetto da 35 milioni, i 22 del raddoppio della piastra scientifica – il cantiere partirà a giugno – e i 13 del Rettorato, «credo che il 2019 – ha detto il Rettore di UniTe – sarà un anno di riprogettazione e lo dovremo alle capacità che questa comunità è stata capace di esprimere».