TERAMO – Il dado è quasi tratto. Perchè se a poco più di 48 ore dalla scadenza (lunedì) della presentazione delle liste per Camera ae Senato, la situazione è (quasi) chiara nel centrosinistra, non lo è affatto nel centrodestra, dove tutto può ancor accadere. Che qualcosina cambi nel rush finale lo sperano i ‘big’ del fu ‘modello Teramo’, il governatore emerito Gianni Chiodi e il vicepresidente del Consiglio regionale, Paolo Gatti, che molto attendibili rumors vogliono fuori dalle caselle dei collegi, sia di Montecitorio che di Palazzo Madama. Ma i loro sono dolori comuni con altri big della politica teramana anche sull’altro fronte, vedi Giulio Cesare Sottanelli e Tommaso Ginoble. Il primo potrebbe non essere in lizza nemmeno dopo il passaggio al centrodestra con Noi per l’Italia: la cosiddetta ‘quarta gamba’ avrebbe voce in capitolo su una candidatura blindata in Abruzzo, ma nel collegio Pescara-Chieti, dove è stato scelto l’Udc ed ex presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio. Nel centrosinistra Ginoble ha lottato come un leone per sostenere la chance per un terzo mandato, ma alla fine ha preferito non accettare la proposta di candidatura per l’uninominale. Fatta questa premessa, di un Rosatellum che miete vittime su tutti e due i fronti della politica teramana, che vede paracadutare nelle l iste molti candidati ‘raccomandati’ per il voto da fuori regione, cerchiamo di capire chi invece ha ‘resistito’. Nel Centrodestra l’unico in grado di riaffermare il proprio ruolo di politico dal volto pulito, reduce della giunta Chiodi, è attualmente Giandonato Morra, capolista di Fratelli d’Italia al collegio Teramo-L’Aquila della Camera. Tutto il resto è ancora indefinito.
Nel Centrosinistra irrompe nell’ultima ora la macchina da voti delle ultime elezioni regionali, Sandro Mariani, capogruppo del Pd in Regione: sarà il candidato all’uninominale alla Camera, rialzando (e di molto) le chance di recupero dei Dem sul tanto sbandierato predominio nei sondaggi del Movimento 5 Stelle. La novità Mariani segue una linea strategica, sancita al tavolo regionale, dicono i ben informati, con un sempre più forte Governatore Luciano D’Alfonso (in corsa al Senato): la candidatura del rettore Luciano D’Amico a sindaco di Teramo per il centrosinistra. Strategia forte, lungimirante e finalmente volitiva sul piano del rilancio del capoluogo anche in chiave regionale. Ci sono poi Dino Pepe e Luciano Monticelli nelle posizioni da secondo a quarto nel proporzionale alla Camera, e il medico Anna Marcozzi subito dopo il capolista D’Alfonso al Senato. Prende corpo un’identità ben decisa sotto il profilo della scelta ma anche della rappresentanza quale volto di Teramo capoluogo, la candidatura di Giorgio D’Ignazio, il primo a lanciarsi nella campagna elettorale: sarà al proporzionale della Camera per la lista Civica Popolare della Lorenzin, nel centrosinistra. Chiusura con una figlia d’arte, Lucrezia Rasicci di Alba Adriatica, figlia di Renato, ex vicepresidente della Provincia con Catarra. E’ la scelta della Lega all’uninominale alla Camera. Giochi di quote rosa che avrebbero tolto di scena le possibilità di esserci al sindaco di Campli, Pietro Quaresimale.