TERAMO – Si discute, in tema di elezioni, di impegno civico di chi vuole impegnarsi nell’agone politico e di cosa significhi esserlo nella programmazione della vita di una comunità. L’intervento del candidato sindaco Alberto Covelli ci aiuta a comprenderne il significato.
«Più di un decennio fa Zygmunt Bauman teorizzava i cambiamenti a cui la nostra società stava andando incontro, una società liquida, legata al consumo, al temporaneo, poco incline alla solidità di un progetto a lungo termine.
Senza scomodare troppo il grande pensatore postmoderno, è chiaro osservare come gli eventi che stiamo vivendo nella nostra quotidianità siano il frutto di una società per troppo tempo abituata a lavorare sull’imminente (magari immanente!), sul temporaneo, sul fugace. In poche parole una società abituata a vivere di apparenza…
Gli sconvolgimenti politici delle ultime elezioni sono d’altronde una conseguenza di tale spirito ed è facile osservare come l’alba della Terza Repubblica sia cominciata con una grande incertezza da parte di coloro che, fino a l’altro ieri, erano abituati ad essere sempre sicuri delle loro azioni.
Teramo, da città capoluogo di una Provincia tranquilla del CentroSud Italia, riflette questo sentimento e lo ha riflesso anche nelle azioni che ci hanno portato nella condizione di grande incertezza politica che stiamo vivendo alla vigilia della campagna elettorale comunale.
Il modello Teramo è stato spazzato via, non esiste più, e nel caso fosse mai esistito nelle intenzioni, lo è stato solo nella misura liquida teorizzata da Bauman e riportata poc’anzi: nell’apparenza. Un’apparenza fatta di eventi realizzati solo per il sollazzo delle membra e non della ragione, e quando anche gli eventi sono giunti al termine, fatta solo per il sollazzo di pochi a scapito di molti.
Anche io sono stato un esponente, nel mio piccolo, di quella stagione… Sono stato un consigliere comunale nella coalizione di centro destra e lo sono stato fino alla sua fine. Lo sono stato quando la giunta ha rischiato di cadere e quando si è ripresa una prima volta. Ho assistito ai rimpasti; c’ero quando il Sindaco ha dato le sue dimissioni e quando le ha ritirate. Ero al mio scranno quando gli è stata promessa stabilità di amministrazione e quando si è scoperto che la stabilità offerta altro non era che una dichiarazione di proprietà. C’ero anche quando altri colleghi della mia stessa coalizione, si badi bene, si sono dimessi in blocco pugnalando alle spalle un progetto politico di cui avevano fatto parte (spesso con quote maggioritarie) fino al giorno prima.
C’ero perché mi è stato insegnato nel tempo che la coerenza e lo spirito di responsabilità esistono a prescindere dall’interesse del momento.
Qualcuno potrebbe obiettare che tale epilogo fu l’unica conclusione degna per una stagione di insuccessi, ma mi permetto di ribattere che tale epilogo non sarebbe avvenuto se fossero stati anteposti i valori della coerenza e della mediazione politica ai fini particolari e di potere. Sono stato consigliere comunale eletto per rappresentare gli interessi di una zona della mia Città e lo sono stato fino all’ultimo in nome di quei valori di cui sopra, per rappresentare fino all’ultimo le istanze dei miei elettori attraverso l’impegno e la passione civica.
Parlo di qualche mese fa eppure risulta evidente come tali coalizioni appaiano pleonastiche ed anacronistiche all’indomani degli accadimenti politici nazionali cui abbiamo assistito. Oggi più che mai non ha senso fare riferimento ad uno schieramento destra/sinistra (se non, forse, nel gioco degli scacchi), ma bisogna guardare oltre ed identificarsi nelle buone idee e negli ideali di riferimento.
Le idee sono gli enzimi di quella forma di vita che è una comunità; gli ideali sono i geni che li esprimono.
Dunque mi si permetta di riscrivere, a costo di sembrare ridondante, la definizione di civismo a cui mi riferisco: "sensibilità per le esigenze della comunità in cui il cittadino vive; senso dei propri doveri di cittadino."
Questo è il mio ideale, e da questo gene si esprimono le idee, gli enzimi, che tramuterò in programma politico per dare nuovo ossigeno alla nostra Città.
Veniamo da un periodo fatto di insuccessi: insuccessi compiuti dalla maggioranza, incapace di progettare un futuro a medio/lungo termine, insuccessi compiuti dalla minoranza, incapace di ricoprire quel ruolo che istituzionalmente dovrebbe garantire attraverso il controllo e la propositività.
Veniamo da una stagione di depressione delle idee.
Mi si permetta allora di riconoscermi come autenticamente civico, mi si permetta di riconoscere il passato, farlo mio nel presente per migliorare il futuro, senza preconcetti… Qualche giorno fa attraverso un post su Facebook ho voluto aprire le porte a tutti coloro i quali fossero interessati ad impegnarsi ed appassionarsi dichiarando ad alta voce la volontà di farne parte, di farlo assieme. Quel mio pensiero rimane vivo ancora oggi, e se si vocifera di contatti da parte mia o di esponenti del mio progetto verso altre opinioni civiche, tali voci esistono esclusivamente per il fine ultimo di migliorare Teramo, di dargli un respiro che non sia più solo di apparenza ed imminenza ma che pensi ai prossimi 10, 20 o 30 anni, che abbia un respiro corale e partecipato.
Questo è lo spirito del civismo, ed in fondo è davvero semplice a pensarci bene.
Perciò rifuggiamo per una volta i movimenti intestini e carbonari e lavoriamo alla luce del sole per creare una piattaforma che riporti Teramo ad essere una città viva e vivace, e che soprattutto riporti i teramani ad essere orgogliosi di abitarla.
Forza Teramo»
Alberto Covelli