TERAMO – Il sacro rito della processione della Madonna Desolata si è ripetuto ancora una volta all’alba della città di Teramo. Unico in Abruzzo nella tradizione dei riti pasquali, il rituale della Madonna che corre di chiesa in chiesa alla ricerca del Cristo, è stato come sempre partecipato e sentito da migliaia di persone. Quest’anno il tradizionale percorso cittadino nel centro storico ha recuperato il passaggio per la via principale, il corso san Giorgio, ma ha sofferto ancora delle tante inagbilità dei luoghi di culto, feriti dal terremoto e ancora non agibili. Ormai da anni orfana della sua tradizionale chiesa di partenza, Sant’Agostino (il corteo si avvia dalla Cattedrale per la chiusura dell’antica sede della Confraternita dei Cinturati che organizza la processione della Madonna Desolata), nel tragitto delle sette chiese, dalla Cattedrale verso il Santuario della Madonna delle Grazie e ritorno, la processione ha dovuto sostare all’esterno delle chiese di San Domenico e del Carmine, e nella chiesetta dell’Annunziata l’altare è stato sistemato nella canonica. Il vescovo monsignor Lorenzo Leuzzi, accompagnato dal parroco della Cattedrale, don Aldino, e da auna decina di prelati del Capitolo Aprutino, per la prima volta ha vissuto nella sua nuova Diocesi questa passeggiata pasquale all’alba. «Il Signore ci ha permesso di vivere questa bellissima esperienza – ha detto – del camminare di notte nella città assieme con Maria. Vorrei che ognuno di voi in queste ore che ci separano dalla veglia pasquale, possa conservare gelosamente questo raccoglimento, portando nel cuore questa certezza che insieme abbiamo maturaro e ricevuto in dono da Maria: quando noi cerchiamo il Signore insieme con lei, lo troviamo sempre». Il corteo reeligioso si è snodato tra preghiere e canti in una mattinata calda, che ha favorito anche la più numerosa partecipazione alla processione. Tanti i giovani presenti, ai quali il vescovo Lorenzo al termine della celebrazione, sul sagrato della Cattedrale, ha invitato a un incontro personale al termine della benedizione mattutina, per la consegna di una lettera di Pasqua. Infine, un accorato appello a coltivare il dono all’amicizia, per aiutare e sostenere gli altri: «Tanti amici, nella nostra città, nella nostra Diocesi – ha detto – voglono essere incoraggiati a cercare il Signore, perchè tante volte lo cercano ma non trovano amici che li sostengono. I fratelli li aiutino».
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