TERAMO – «Rivendichiamo il nostro civismo, quello che antepone le esigenze della comunità a quelle di leader e correnti, non quelle che si definiscono tali ma sono solo strumento di padrini politici che antepongono i loro interessi personalistici a quelli dei cittadini». Per Gianguido D’Alberto il Modello Teramo è finito ma non disciolto, anzi, prova a riciclarsi sotto mentite spoglie: «I principali artefici stanno tentando a tutti i costi di riappropriarsi di una verginità politica di facciata e sostenendo, ora da una parte ora dall’altra, le diverse candidature».
Allora è arrivato il tempo di parlare di programmi e la squadra di D’Alberto sta mettendo a punto gli ultimi ritocchi ma sa che c’è bisogno di «un progetto alternativo e condiviso che miri al rilancio economico, morale, sociale di questa città». D’Alberto sa che c’è bisogno di un «radicale intervento sulla spesa corrente ‘improduttiva’, con particolare riferimento alle spese per le utenze, che sono da troppo tempo completamente fuori controllo, e un’attenzione particolare alla questione dei derivati, una delle scelte più scellerate del Modello Teramo». Ma anche rafforzamento e ristrutturazione della macchina amministrativa, potenziamento dell’ufficio tecnico, per le pratiche sisma. e delle politiche sociali, per le condizioni in cui versano le classi svantaggiate, il riordino degli ufficili culturali e museali.
Il capitolo urbanistico, per D’Alberto, impone di affrontare le questioni irrisolte del parcheggio di piazza Dante, del contratto di quartiere della Cona, del recupero dell’area della ex scuola Febbo di San Nicolò, ma anche potenziare tutti i servizi relativi all’Università creando con questa un rapporto concreto, valorizzando il ruolo delle istituzioni scientifiche cittadine e le ricchezze come Museo archeologico, pinacoteca, castello della Monica e teatro romano, simbolo della insipienza e dell’incapacità amministrativa del centrodestra teramano.
Ma la mobilità, con un nuovo piano urbano del traffico e un piano parcheggi che diano risposta a cittadini e commercianti, è altro punto qualificante del programma che D’Alberto disegna per la città, con riferimento anche alla Tercoop e alla necessità di imprimere una impronta sociale alla gestione dei parcheggi. Diritto alla casa, riqualificazione dell’area di via Longo e risposta all’emergenza abitativa: «Tanti i nostri temi – spiega il candidato sindaco Gianguido D’Alberto -, con l’obiettivo di imporre l’etica dell’amministrare e la piena partecipazione dei cittadini sulle scelte relative al futuro della città, su ricostruzione, commercio, patrimonio scolastico e valorizzazione del ruolo delle frazioni, con la TeAm che deve tornare al servizio dei cittadini e non della politica».