TERAMO – Luigi Di Maio scalda una piazza Martiri festante a Teramo, che ascolta dal leader Cinquestelle i passaggi salienti del "contratto di governo" che dovrebbe portare alla formazione dell’esecutivo il Movimento 5 Stelle a la Lega di Salvini. Di Maio arriva con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia e trova una piazza intrattenuta dagli appassionati interventi dei parlamentari abruzzesi, Berardini, Zennaro, Corneli, Lannutti e Di Nicola, e dal forte attacco a Luciano D’Alfonso della consigliera regionale Sara Marcozzi, che ha indugiato a lungo sulla necessità che il Governatore «liberi l’Abruzzo dal sequestro».
Dopo l’intervento di un emozionato e impacciato candidato sindaco Cristiano Rocchetti – rassicurato dai fogli appiccicati sul pavimento del palco da cui leggere gli spunti del suo intervento -, la parola è passata al leader pentastellato, che più volte ha strappato applausi a scena aperta dai circa 3.500 presenti. Tasse, tagli dei vitalizi, aiuti alle imprese, rivalutazione delle grandi opere come la Tav, reddito di cittadinanza e stipendio orario sono stati tra gli argomenti più gettonati di un discorso in cui non c’è stato però accenno ai problemi del territorio locale, non foss’altro che il passaggio teramano coincida con la campagna elettorale per le amministrative. Al termine un invito a votare Rocchetti per dare alla città un sindaco al quale Di Maio ha assicurato sostegno da Roma per aiutarlo a risolvere i tanti e gravi problemi della ricostruzione.
Il dietro le quinte, prima del tasferimento verso Silvi, è stato riempito da selfie, abbracci e strette di mano di fan teramani, dalle interviste al Tg olandese e all’inviato di Piazza Pulita e da una irinunciabile foto con uno dei sostenitori più sensibili di M5S, Enzo Cipolloni.