PESCARA – Il bando per il recupero dell’ex manicomio è da oggi alla Gazzetta Ufficiale Europea per la sua pubblicazione a gara. Si concretizza così, con un clic al computer, appena un minuto dopo la firma della concessione di 30 milioni di euro del Masterplan all’Università di Teramo, l’iter procedurale per riportare a vita un’area di 22mila metri quadrati (di cui 11mila di "costruito e vuoti nobili" come li ha definiti il Governatore D’Alfonso) sui quali le passate amministrazioni a tutti i livelli e gli enti interessati hanno chiacchierato molto ma fatto poco. Certo non il rettore Luciano D’Amico, che a pochi giorni dal suo diventare ‘Emerito’, firma un’altra perla-regalo a Teramo: «Questa è una operazione di restituzione dell’anima a una città» ha egregiamente sintetizzato l’esposizione del progetto di recupero funzionale, storico e sociale dell’area del Complesso Sant’Antonio Abate. I dettagli sottolineano il significato del cantiere più importante degli ultimi decenni che si andrà ad aprire da qui a qualche mese, più di quanto non lo si sia capito nella presentazione ufficiale dell’idea progettuale, sul posto, lo scorso 17 gennaio. «Non è soltanto un intervenuto di recupero, di un complesso importantissimo e non è nemmeno un recupero spazi da adibire a funzioni universitarie e di cultura che pure meriterebbero considerazione: questa è una operazione di restituzione dell’anima a una città – ha detto D’Amico a Pescara, nalla sede della Regione -».
Il progetto parte dalla Corte dei Tranquilli, la zona archeologicamente più pregiata della città, dove le famiglie senatoriali che si trasferirono a Teramo dopo la sconfitta di Pompeo, realizzarono delle domus con delle pavimentazioni musive di una fattura straordinaria: «Il nostro obiettivo è riportarle alla luce tutte, partendo dal II secolo avanti Cristo fino al IV secolo dopo Cristo, come area romana. Il blocco del Convento di Sant’Antonio è un complesso che insiste sulle mura medievali della città, verso la chiesa di Sant’Antonio di stile barocco e pian piano fino ai blocchi dell’800: i primi padiglioni Cerulli, sono vincolati e da restaurare, sui secondi stiamo contrattando con la Sovrintendenza la possibilità di demolirli e di ricostruirli secondo l’architettura del XXI secolo – ha aggiunto il rettore D’Amico -. Vogliamo mostrare le parti migliori delle età migliori che la città ha vissuto, dal II secolo fino al 21esimo. Ecco perchè si tratta di una restituzione di identità, di anima, che consentirà anche alla città e alla università il recupero di spazi rifunzionalizzati per fare in modo che riparta tutto il centro storico».
Molto dipenderà anche dalla riapertura di tutte le strade di comunicazione chiuse quando la struttura divenne ospedale psichiatrico, nell’800 (prima era stato anche lebbrosario e ospedale civile). «Vogliamo riaprirle e restituire alla città due piazze importanti, la Corte dei Tranquilli e la Corte delle Recluse e permettere che questa operazione possa restituire non solo un’anima alla città, ma rilanciare il centro perchè tutti gli edifici che sorgono attorno al complesso non possono non trarre giovamento da questo intervento»,
Per il governatore Luciano D’Amico, c’è la consapevolezza che la concretezza e l’amore per la città del rettore D’Amico faranno sì che i 30 milioni di euro «comprino il totale recupero di questo bene», senza dover ricorrere ad altri aiuti, fino cioè alla sua restituzione alla città: «Ringrazio il rettore e tutto il suo staff – ha detto D’Alfonso – per l’egregio lavoro propedeutico a questa giornata di festa. E’ stato prodotto un dossier intellegibile, completo, esauriente. Adesso spero che tutto possa procedere in velocità e che non ci sia su percorso nessuna azione di ‘sgoverno’ come purtroppo in questa regione spesso è accaduto».
D’Alfonso ha ringraziato anche la Asl che ha ceduto in comodato la struttura, e tutta «la filiera che ha capito che non serviva la cessione della proprietà». Un cenno anche sul futuro di Teramo che verrà da questo recupero urbanistico: «Se ad esso si accompagnerà un miglioramento della connettività e dei trasporti – ha detto il Governatore – Teramo si candiderà a diventare riferimento di quel macroregionalismo verso le Marche che prima o poi troverà realtà».