TERAMO – La consegna della fascia tricolore a Gianguido D’Alberto, ha riportato in sella all’amministrazione comunale un sindaco democraticamente eletto, dopo quasi sette mesi di commissariamento. «E’ un atto di altissimo contenuto democratico – ha esordito D’Alberto dopo aver ricevuto dalla Comissione elettorale centrale la proclamazione a primo cittadino -, per una città come Teramo che ha subìto l’assenza di una guida politica, e della politica Teramo ha un bisogno straordinario, della buona politica che noi vogliamo mettere in campo nella nuova ammnistrazione e nel nuvo consiglio comunale». Nel suo primo discorso alla città D’Alberto si è rivolto proprio ai tanti cittadini che questa mattina hanno affollato la Sala Ipogea della centrale piazza Garibaldi, che dal sisma di due anni e per lo sfratto forzato dal municipio di piazza Orsini, ha ospitato e ospiterà ancora le sedute del consiglio comunale: «Dobbiamo recuperare il rapporto e il confronto con i cittadini ma per fare questo non basta un consiglio comunale e il recupero di un organo di democrazia rappresentativa ma dobbiamo aprirci alla città e alla partecipazione». In qualche modo il nuovo primo cittadino, che ha riportato al governo cittadino il centrosinistra dopo 14 anni di guida di centrodestra, ha anticipato quella che sarà la sua linea guida nell’amministrazione e (forse) anche nella composizione della nuova giunta, promettendo a se stesso e a tutti che amministreremo senza seguire la logica del consenso elettorale: tra questo e le scelte giuste – ha detto – dovranno prevelare sempre le seconde, anche se queste non dovessero corrispondere alle necessità elettorali o alle risposte legate alla campagna elettorale. Ricordate che ciascuno di noi non rappresenta il suo elettorato gruppo politico o lista civica ma rappresenta l’intera collettività teramana. Ho parlato a tutti perchè le sfide che abbiamo davanti sono di tutta la città, ci sarà bisogno di tutti, maggioranza e opposizione ognuno nel suo ruolo, ma dobbiamo far capire che tra i destini individuali dei singoli e quelli della collettività dei teramani, i secondi dovranno sempre prevalere». Applausi e tanti apprezzamenti da un pubblico composto in maggior parte dalla sua tifoseria elettorale, in una mattinata di piena democrazia dove non sono mancati mugugni e qualche critica per l’assenza di oltre metà delle opposizioni, mai come in questo nuovo consiglio tanto variegate: dei quattro candidti sindaco sconfitti c’era infatti il solo Cristiano Rocchetti dei Cinquestelle e appena quattro consiglieri: la pentastellata Ciammariconi, il leghista Sbraccia, il civico di Oltre, Corona e Micheli di Fratelli d’Italia.
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