TERAMO – E’ presto letto il paragone qualitativo: UniTe vanta un Dipartimento di eccellenza, Veterinaria, esattamente come uno ne hanno le università ‘cugine’ L’Aquila e Chieti-Pescara, ampiamente sovradimensionate rispetto da quella teramana, tanto da essere inserite nella fascia dei medi atenei. Un rapporto, quello tra qualità e grandezza, che va tenuto da conto all’indomani della lettura dei dati dell’indagine annuale Censis-La Repubblica, dove UniTe scala due posizioni, anche se Cassino, in terza piazza, ha avuto la sede chiusa dal ministero. Alla riflessione qualitativa invita anche il rettore Luciano D’Amico, quando annuncia qualche ‘piccolo’ numero significativo dello stato di salute della sua Università: «L’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario – spiega, che è organismo indipendente del Miur che attribuisce gli accreditamenti, ha assegnato alle facoltà di Veterinaria e di Biotecnologie punteggi importanti: laddove la media nazionale è di 5,5-6 decimi, Teramo ne ha ottenuti 8, i più alti». Veterinaria è proprio la carta migliore che UniTe può calare sul tavolo, forte dell’Eccellenza dipartimentale, che ha portato nelle casse 6,5 milioni di euro di premialità: «La classifica Censis, assolutamente di valore per i nostri riferimenti – ha aggiunto Luciano D’Amico – ci posiziona al terzo posto assoluto per la qualità della didattica, dietro a Padova e Sassari. Di qualità nella didattica lo si è perché è la diretta conseguenza di una ricerca di alta qualità». I parametri importanti sono rimasti tali, brilla tra questi il secondo posto assoluto in Italia per la comunicazione e i servizi digitali. Ma dove c’è stata leggera flessione cosa ha penalizzato l’ateneo teramano? «La mancanza ancora di una Casa dello studente – spiega D’Amico -, qualche difficoltà nel sistema della mensa, l’aver chiuso 7 delle 9 sedi complessive nell’ambito del noto piano di riorganizzazione, che ha portato a una riduzione degli spazi a disposizione. E’ vero però che si è trattato di una scelta voluta, che ha privilegiato il bilancio, se è vero che lo abbiamo chiuso con 4 milioni di utile. Sono ottimista perché credo che molte di queste variabili si possono controllare». Controllare uguale migliorare, dove e come? «Facendo sì che Teramo diventi una città universitaria. E’ il territorio che deve contribuire a spingere in questa graduatoria la nostra università, a cominciare dai trasporti e dai servizi. Sono però ottimista perchè l’insediamento della nuova amministrazione sono convinto che possa contribuire a una inversione di rotta».
E sorvolando sulla critica dell’Ordine degli architetti su alcuni aspetti del bando sul concorso di idee per la riqualificazione dell’area dell’ex manicomio (che sul sito web UniTe sta facendo registrando picchi di accessi da portali europei), D’Amico ha ricordato che in queste ore si sta procedendo alla definizione delle procedure per la progettazione del Polo Agro-Bio-Serv, inserito anche questo nei finanziamento del Patto per il Sud, Masterplan per l’Abruzzo.