NERETO – Pomeriggio di fuoco in Val Vibrata, tra Nereto e Sant’Egidio, con ben tre incendi quasi in contemporanea che sulle prime hanno fatto scattare la macchina di una maxi emergenza, per fortuna poi rientrata. Il bilancio è di quattro persone intossicate, delle quali tre hanno fatto ricorso alle cure ospedaliere, anche se in via precauzionale. Sono tutti coloro che si trovavano all’interno dell’albergo Zio Mamo, con annesso noto ‘pizzorante’, nella centralissima piazza Marconi, a Nereto, sconvolto dal un rogo molto probabilmente sviluppatosi dal corto circuito di una ciabatta elettrica in una stanza al primo dei due piani della palazzina, che in un’ala, quella sopra alla veranda esterna con i tavoli all’aperto del ristorante, ospita le camere da letto per la clientela: ed è stato proprio qui che le quattrOo persone presenti in quel momento hanno trovato rifugio, e da dove sono state tratte in salvo mediante il cestello di un mezzo di un’impresa edile impegnata in un cantiere nei pressi. Grande apprensione ha accompagnato l’evacuazione, portata a termine mentre le squadre dei vigili del fuoco itervenivano con autobotti e scale da Ascoli Piceno e da San Benedetto, perchè altri mezzi di Teramo e Nereto erano impegnati a spegnere un altro incendo a Sant’Egidio.
MAXI EMERGENZA GESTITA DAL 118. E’ stata proprio la concomitanza dei due roghi, attorno alle 16, che ha fatto scattare il piano di emergenza del 118, gestito dalla centrale operativa del Mazzini di Teramo dal personale sanitario e dei medici Silvio Santicchia e Antonio Bozzi: da Sant’Egidio la notizia dell’incendio di un laboratoio artigianale gestito da cinesi aveva fornito indicazioni sul coinvolgimento di una decina di operai e dopo pochi minuti l’allarme da Nereto aveva complicato ulteriormente le cose, perchè le notizie frammentarie davano per diverse e forse senza vita all’interno della struttura, le persone interessate dall’incidente. Da Pescara è decollata l’eliambulanza pronta per una ospedalizzazione veloce dei casi più gravi, mentre le ambulanze medicalizzate e di base hanno raggiunto i due posti.
ALLARME RIENTRATO A SANT’EGIDIO. A Sant’Egidio la notizia si è ridimensionata quando è stato chiarito che si trattava di un incendio limitato a una porzione di un fabbricato di via Marconi in cui sono ospitati un centro medico, un ristorante e un laboratorio-maglificio gestito da cinesi: nessuna persona intossicata o ferita, tanti danni e due locali dichioarati inagibili dai vigili del fuoco. I pompieri, sottoposti a un vero e proprio tour de force, hanno dovuto dimezzare la squadra presente a Sant’Egidio per andare ad aggredire le fiamme dell’albergo a Nereto. La macchina dei soccorsi ha gestito l’assistenza a cinque persone in totale a Nereto: il figlio del titolare dell’albergo, A.D.G. di 27 anni, uscito per primo dalla stanza della sua abitazione dove si sarebbe orginato il rogo. Assieme al padre di 68 anni, M.D.G., il personale del 118 con i mezzi posizionati in piazza Cavour, coordinati dalla dottoressa Caterina Schiena, ha assistito anche F.C. di 66 anni, M.D’A, di 46 e P.G. una donna di 58 anni. Quest’ultima ha rifiutato il trasporto in ospedale, gli altri tre sono stati divisi tra Giulianova e Sant’Omero, ma solo a scopo precauzionale per poter misurare il livello di anidride carbnoica nel sanguie e valutare le eventuali terapie.
IL TERZO ROGO IN UNO SCANTINATO. E come se non bastasse, terzo incendio mentre erano in corso le due emergenze. E’ divampato in uno scantinato di una abitazione di Paolantonio di Sant’Egidio, tutto cioè nel raggio di una decina di chilometri. Questo intervento ha ovviamente richiesto un altro sforzo per i vigili del fuoco che ad ogni modo sono riusciti a limitare i danni anche in questo caso, spegnendo le fiamme attecchite su materiali vari.