TERAMO – Ci sono due diverse possibili letture nel bilancio licenziato oggi dall’assemblea dei soci della Ruzzo Reti: in tempi di grande crisi, registrare una diminuzione dell’ammontare del ‘buco nero’, vale a dire il debito, di oltre 7 milioni di euro (da 101,5 a 94,3) può essere definito positivo; d’altro canto però, emerge un numero che la società acquedottistica negli anni ha rilevato pochissime volte, ovvero la chiusura in rosso, che in questo esercizio 2017 ammonta a meno 2,5 milioni e il dato si accoppia con una diminuzione della redditività operativa che passa da 2,8 a poco più di un milione di euro. La perdita viene spiegata in parte con la sospensione della fatturazione per le utenze del cratere che nei conti equivali a un minor incasso di 1,7 milioni di euro e l’azienda si affretta a rassicurare con la segnalazione che «l’adeguamento tariffario intervenuto quest’anno sta già correggendo lo squilibrio e i dati negativi contabili sono compensati dal raggiungimento degli obiettivi programmati su vari fronti». Tutto sommato, insomma, per la Ruzzo Reti che si avvia verso la conclusione dell’era di Antonio Forlini alla presidenza, «la situazione finanziaria è in progressivo miglioramento ma restano i nodi critici legati alla scarsa liquidità». Va detto che il bilancio è stato approvato all’unanimità con una sola astensione, quella del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto (che voci di corridoio danno anche per intenzionato ad affrontare al più presto la questione dei crediti vantati dal Comune nei confronti della Ruzzo Reti).
«L’azienda prosegue il suo lungo e faticoso cammino di allontanamento dal rischio default – sottolinea il presidente, Antonio Forlini – e vede sensibilmente diminuire il suo debito complessivo. Il margine operativo si è dimezzato rispetto all’anno scorso, ma abbiamo dovuto far fronte ai problemi post-terremoto e alle preoccupazioni per la vicenda dell’acqua del Gran Sasso. Tanti anche i risultati positivi raggiunti, come emerge chiaramente dalla lettura del bilancio. Bisogna continuare a fare sforzi nella direzione intrapresa». Nel corso della seduta assembleare, i soci hanno approvato anche il modello organizzativo adottato in ossequio al decreto legislativo 231/2001 ed il relativo codice etico. Inoltre, unanimemente, i Sindaci hanno ribadito la necessità di trovare soluzioni definitive ai problemi riguardanti le captazioni del Gran Sasso, senza che ciò debba incidere sulle casse di Ruzzo Reti e, di conseguenza, della cittadinanza teramana.