TERAMO – E’ con lo stesso stile che ha caratterizzato il suo mettersi a disposizione degli studenti che Christian Corsi ha scelto di annunciare le sue dimissioni da delegato del rettore Luciano D’Amico. Con ampio anticipo sulla data di entrata in ruolo del nuovo Magnifico, Dino Mastrocola, prevista per il prossimo 1° novembre, Corsi ha comunicato ai colleghi che dai primi di luglio, non sarebbe stato più il delegato al Placement, all’Orientamento in entrata e al Welfare di UniTe. Se il passaggio di testimone tra D’Amico e Mastrocola, che incarna comunque la continuità delle strategie programmatiche, ha segnato un profondo solco nella storia del lanciatissimo ateneo teramano, anche l’uscita di scena del primo allievo del maestro peserà non poco sull’eredità del nuovo staff. Senza nulla togliere agli altri delegati di D’Amico, la figura del 42enne teramano docente di Comunicazione d’impresa ed associato di Economia aziendale, ha rappresentato la perfetta traduzione di quel linguaggio innovatore con cui è stata scritta la svolta dell’Ateneo cittadino. Corsi ha rappresentato una sorta di ministro plenipotenziario sul fronte più delicato del nuovo corso universitario. Come un missionario, è stato immolato alla conquista del patrimonio più importante per una struttura di ricerca e formazione come Unite, gli studenti. Dalla mente al braccio: Corsi si è calato in mezzo a loro e oggi, bisogna riconoscerlo, a partire dal Patto dello studente e dagli interventi migliorativi sul diritto allo studio, passando per le innovazioni del welfare studentesco, questo Ateneo corre alla velocità dei suoi protagonisti in aula, parla e si muove come loro e con loro. Proprio per questo Corsi ha scritto che ritiene “di rispetto istituzionale” dimettersi in questo momento, perché in queste settimane si forma il nuovo anno accademico ma soprattutto le sue deleghe «influenzano significativamente aspetti strategici dell’Ateneo. Credo sia corretto che la nuova governance di Ateneo debba occuparsi da subito come immaginare nuovi modelli di Orientamento, Placement e Welfare studentesco». E ancora: «Spesso non è stato facile ma vi ringrazio sinceramente per non avermi mai lasciato solo e per aver condiviso con me progetti e iniziative che hanno segnato pagine importanti del nostro Ateneo». Il domani è già scritto: migliorare quanto fatto ma soprattutto, come è stato sempre nel credo della gestione D’Amico, “ridurre gli abbandoni”. La firma di Corsi resterà sulle iniziative apparentemente più ‘free’ (chi non ricorderà il PokeUniTe a caccia di Pikachu ai Tigli, le oceaniche magliette rosse delle Maratonine Pretuziane, i brindisi di Capodanno) che hanno cementato l’appartenenza a UniTe, ma soprattutto su quelle che sono sembrate conquiste epocali quali ad esempio il poliambulatorio, con la disponibilità di un medico di base, di uno psicologo e di un sessuologo, i Career day e più di recente i Focus su prevenzione, salute e buone prassi. Ma ce ne sono tante altre di novità, come gli studenti resi protagonisti e al tempo stesso testimonial del loro percorso universitario, o la cura del dopo-laurea, quando UniTe ha portato dentro il Campus le aziende e le ha fatte incontrare con i professionisti di domani e poi ancora il Cisrem (il Centro Internazionale Studi e Ricerche Economico Manageriali e incubatori di start-up come UniTe Plug. Chi associava dietrologie alle dimissioni così anticipate di Corsi non ha motivi per alimentare la polemica: la prassi, ancorchè espressa con grande stile, prevede un passaggio di consegne tra vecchi e nuovi delegati, in un cambio di squadre naturale e, ancor più in questo caso, senza traumi.
Con le dimissioni di Corsi piuttosto si apre già da adesso la riflessione sul dopo estate, quando il passaggio di consegne diventerà sempre più imminente. Intanto D’Amico e Corsi resteranno nel corpo docente, da… top player. Smentiti gli scenari di chi voleva soprattutto il Rettore emerito pronto a un periodo sabbatico: D’Amico tornerà da subito a tempo pieno alla docenza. Magari, con un ruolo non accademico cucito su misura per la sua esperienza e per la sua inventiva. Nella costruzione della sua nuova squadra, attorno a cui c’è curiosità sul designato quale pro rettore vicario (destinato a un docente dell’area umanistica), Mastrocola potrebbe infatti disegnare una struttura diciamo così, ‘di missione’, che si dedichi a seguire e coccolare i progetti del Masterplan che coinvolgono l’università, a partire dal recupero dell’ex manicomio di Porta Melatina. Ai più non dispiacerebbe, non foss’altro per la certezza che un’opera tanto attesa possa così arrivare a vedere la luce.