TERAMO – Se nel primo appuntamento del tavolo tecnico c’era all’ordine del giorno lo studio per l’avvio dal nuovo anno del sistema di raccolta rifiuti con i cassonetti intelligenti, la nuova riunione di ieri tra sindaco e vertici della Teramo Ambiente ha puntato l’attenzione sulla necessaria accelerazione del progetto di potenziamento logistico-funzionale di Carapollo, dove attualmente c’è il Centro di trasferenza dell’azienda. Una realtà strettamente legata al completamento e all’attivazione del Centro di riuso. Ma il nodo da sciogliere non è semplice. O, perlomeno, deve trovare un deciso investimento del Comune su una determinata scelta strategica: costruire il ponte al posto dell’attuale guado sul fiume Tordino.
SECONDO TAVOLO TECNICO L’argomento è stato discusso ieri mattina tra D’Alberto, l’amministratore delegato Pietro Pelagatti e il presidente Pietro Bozzelli. Il Comune di Teramo ha approvato nel novembre 2017, con una delibera di giunta, la fattibilità del Centro di raccolta rifiuti e addirittura ancora prima, nel gennaio dello stesso anno, un Centro del Riuso (le linee guida della Regione su questa funzionalità risalgono addirittura al 2012). Che Carapollo debba ‘esplodere’ quale funzionale Polo integrato di servizio nel settore dei rifiuti, lo si dice da tempo. Una sua realizzazione, però comporta necessariamente un aumentato volume di traffico da e verso Carapollo, non tanto per i mezzi della TeAm che già percorrono la zona del Ponte a Catene, ma anche per quelli degli altri comuni che domani se ne dovessero servire e per quella nuova platea di utenti chiamati a conferire nel Centro.
VIA IL GUADO E’ sotto gli occhi di tutti che lasciare alla tortuosa viabilità di via De Albentiis prima che di Ponte a Catene poi, il pesante carico di traffico è aspetto rischioso che frenerebbe la realizzazione di un siffatto ambizioso progetto di sviluppo. Il guado, parimenti, non farebbe al caso: il ponte, previsto dal piano triennale delle opere pubbliche comunale, sarebbe la soluzione, e servirebbe anche tutta la popolazione residente nei pressi e quella in transito per zone dell’immediato hinterland extra comunale, oltre che strada di intervento rapido (e in sicurezza) per i mezzi di soccorso. Il sindaco D’Alberto lo sa e i vertici della Teramo Ambiente lo ribadiscono da tempo, è forse arrivato il tempo di non rinviare più una decisione: sarà adesso un tavolo tecnico ad affrontare l’argomento, con la partecipazione degli altri soggetti istituzionali coinvolti, con l’obiettivo di costruire il ponte.
IL POLO INTEGRATO Pelagatti e Biozzelli sono stati ancora una volta chiari, nell’ottica di una concertazione di obiettivi con il socio di maggioranza, il Comune: l’obiettivo strategico a cui bisogna tendere, su Carapollo, è la concretizzazione di un Polo Integrato a disposizione sì del capoluogo ma anche del territorio provinciale, con particolare riferimento al comprensorio montano. Come già relazionato, esso dovrà prevedere “il Centro del Riuso che serve a intercettare i beni dismessi che possono essere riutilizzabili prima della loro immissione nel ciclo dei rifiuti, e il Centro di Raccolta intercomunale a servizio delle utenze domestiche e non dei vari Comuni, così come un impianto di ’parcheggio’ a disposizione per enti e gestori per consentire l’efficiente trasporto dei rifiuti in impianti di recupero”. Questo è il concetto di gestione integrata dei rifiuti, rintracciabile con grande attualità nella costituzione della nuova Agir, l’agenzia regionale con cui necessariamente bisogna fare i conti.
FORMA GIURIDICA Con un colpo alla botte e un altro al cerchio, il sindaco non ha potuto non affrontare ancora una volta il momento cruciale del limbo della forma giuridica in cui si trova la TeAm. Con la gara accantonata e un servizio affidato in proroga, il primo cittadino – che non a caso ha tenuto per sè la delega pesante – “sta concentrando la sua attenzione su aspetti cruciali quali il futuro dell’attuale governance e la possibilità di rivedere la natura stessa dell’azienda nel nuovo assetto giuridico”. In attesa di individuare le soluzioni, però, non può non seguire l’indirizzo prioritario di ridurre i costi fissi, a cominciare da quelli relativi all’Igiene ambientale, cui seguirebbe la riduzione della Tari, secondo il principio “meno produco rifiuti, meno pago”. Leggasi dunque, modifica del sistema del ‘porta a porta’ a cominciare dalle frazioni per poi estenderla al centro storico.
SITUAZIONE CIMITERI Ma che dire dei servizi cimiteriali? Le ricadute del sisma sui 16 campisanti comunali, la gestione non proprio puntuale degli ultimi anni e il problema della ricostruzione sono tre punti focali del problema: il disagio della impossibilità di visitare i cari defunti è disagio vero prima ancora che boomerang politico. E’ stato fatto poco, perfino a livello di progettazione si registrano ritardi e lo stesso sindaco ha suggerito di avviare un dialogo tra tecnici del Comune e della Teramo Ambiente, per avviare finalmente le relative procedure
ESTERNALIZZAZIONI Dulcis in fundo, anche se chi lo racconto cita aspetti ‘amari’ della vicenda, l’incontro è stato utile per porre una domanda in cerca di risposta: quanto è effettivamente economico esternalizzare alcuni servizi come ad esempio il calcolo delle buste paga e il servizio di call center?