TERAMO – La sentenza è destinata a diventare una pietra miliare per il rispetto dell’equo compenso delle professioni tecniche ma anche a provocare un terremoto sotto il profilo amministrativo e procedurale intanto nell’affidamento dei lavori del Masterplan. L’hanno firmata i giudici del Tar Abruzzo, sezione dell’Aquila, che contrariamente a quanto avvenuto per la precedente richiesta di sospensiva, nel giudizio di merito hanno accolto le ragioni degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e degli Ingegneri della provincia di Teramo: calmierare al 6, massimo l’8% dell’importo dei lavori, i compensi dei tecnici progettisti, stabilito con ‘editto’ dall’ex Governatore, Luciano D’Alfonso, è illegittimo. Per dirla con le parole dei giudici amministrativi, «tanto equivarrebbe a dare una interpretazione abrogativa dell’articolo 24 del decreto legislativo 50 del 2016», ovvero quello che, all’interno del Codice degli Appalti, determina una ben precisa quantificazione delle spese tecniche. L’effetto: annullamento della delibera della Giunta regionale 693 del novembre 2016 che al punto 4 approvava lo schema di convenzione tra la Regione e i Soggetti attuatori degli interventi del Masterplan e della comunicazione del presidente della Regione che limitava i compensi. Intanto una prima opera è bloccata, perchè facente parte del corpo del ricorso presentato dal pool di legali guidato dall’avvocato Anna Di Russo. Il Tar ha infatti annullato anche l’affidamento dei servizi tecnici di ingegneria e architettura per il restauro e la messa in sicurezza della Fortezza Borbonica di Civitella del Tronto.
Esultano i presidenti Agreppino Valente e Raffaele Di Marcello, che parlano di giustizia e gridano «alla fine del taglieggiamento», ammonendo non solo la Regione Abruzzo ma anche le amministrazioni comunali al non perseverare «in una condotta illegittima che porterà al blocco di numerose opere pubbliche». Nelle prossime ore partirà infatti la diffida agli Enti locali, con cui si chiederà l’estensione della sentenza 331 dello scorso 9 agosto a tutti i lavori ancora non appaltati, senza differenza se essi siano o noi nell’ambito Masterplan. Non solo: a rischio ci sono adesso milioni e milioni di lavori stanziati per gli appalti da bandire per le ristrutturazioni delle scuole abruzzesi. Se non contempleranno questa novità, daranno la stura a un’altra sequela ricorsi come questo. Potrebbe sembrare una crociata contro le basse remunerazioni dei lavori di progettazione ma invece, come hanno tenuto a spiegare anche il presidente della Federazione abruzzese degli Ordini degli ingegneri, Maurizio Fusilli e il suo omologo per gli architetti, Giustino Vallese: «Il riconoscimento dell’equo compenso – è la sintesi – non arriva da una rivendicazione sindacale bensì dalla necessità di salvaguardare la qualità dell’opera». Ci sono professionisti che pur di lavorare, si sottomettono a una regola distorta, hanno detto in soldoni i professionisti, che impongono decurtazioni del 50% che poi, a base d’asta, aumentano ulteriormente per l’applicazione del 30, se non anche il 40 per cento, di sconto. A scatenare la polemica, fino a questa sentenza-pilota a livello nazionale, è la ‘famigerata’ comunicazione del 17 luglio del 2015 con cui D’Alfonso, pur riconoscendo grande responsabilità ai professionisti, normò la programmazione dei fondi FSC e limitò al 6 e 8% i compensi per le spese tecniche e generali. Da allora gli Ordini della provincia di Teramo, sostenuti anche da quelli dell’Aquila (è intervenuto anche il presidente degli ingegneri aquilani, Pierluigi De Amicis), si sono sempre opposti e proprio l’architetto Vallese ha interpretato come esempio della «delegittimazione della qualità del progetto», il recente bando dell’Università di Teramo sul recupero dell’ex manicomio, dove i progettisti «riceveranno un contentino consistente in una pubblicazione del loro lavoro progettuale».
«Purtroppo è soltanto l’Abruzzo e il suo ex Governatore che si comportano così – ha affermato l’architetto Di Marcello -, in un panorama nazionale dove spiccano la Calabria, la Toscana e la Sicilia nel rispetto delle progettazioni, oppure la Puglia che ha istituito un fondo per queste».