CAMPLI – La frana che fece crollare una grossa porzione del territorio della frazione di Castelnuovo di Campli, nel febbraio 2017, torna negli incubi dei residenti, molti dei quali per quello smottamento hanno perso la llro abitazione. Il presidente del Comitato cittadino, Vincenzo Di Meglio, ha lanciato l’allarme con una fotografia emblematica scattata nel pomeriggio di oggi, 5 settembre, che mostra una evidente macchia di umidità nel costone sottostante la chiesa di San Giovanni Battista. Un pò la stessa situazione che precedette drammaticamente il crollo sul torrente Siccagno. «Purtroppo quella tragedia – sostiene Di Meglio -, non è valsa né da monito né da insegnamento in quanto, nonostante i cittadini stiano svolgendo una funzione di sentinelle del territorio, le varie segnalazioni che il comitato ha rivolto a tutti gli organi competenti, sono rimaste pressochè inascoltate». Il Comitato torna a ribadire che il dissesto, come rilevato dagli studi sulla frana precedente, è prevalentemente causato dalle attività antropiche e il Comitato merre sotto accusa i flussi idrici non regimentati. «Non è stata mai effettuata una verifica completa e dettagliata delle condotte idriche – spiega il presidente -. Questa grande macchia di umidità in corrispondenza della rupe sottostante la chiesa di San Giovanni Battista di Castelnuovo di Campli ne è la prova. E’ chiaramente in atto un’attività di frana di crollo e nonostante sia evidente la presenza di una macchia di umidità, facilmente riconducibile ad una più che probabile infiltraizone di acqua, nessun organo competente, nessuna figura competente, ha mai fornito alcuna risposta ai cittadini».
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