TERAMO – C’era da apettarselo che prima o poi, visto l’irrompere della forte concorrenza delle varie aziende private quali Flixbus, Gaspari e Baltour, che la Regione ‘declassasse’ la tratta Giulianova-Teramo-L’Aquila-Roma in tratta commerciale. Dal 1° gennaio non sarà più considerata tratta di trasporto pubblico locale e questo comporterà una modifica radicale nel sistema di valutazione (e di proposta) di orari, numero di corse, tempi di percorrenza e costi di biglietti e abbonamenti, legati al mercato e dunque a logiche ed interessi che non coincidono con quelli dei viaggiatori. Il sindaco Gianguido D’Alberto, che già in sede di audizione, a luglio, dinanzi alla commissione ‘Territorio, Ambiente e Infrastrutture’ del consiglio regionale aveva espesso la sa contrarietà, ha ribadito la sua opposizione a una decisione del genere, sottolineando al contrario l’interesse pubblico della tratta proprio per la tipologia di chi la frequenta, pendolari, studenti, disabili e chi deve sottoporsi a visita sanitarie nella capitale. Tutte motivazioni che ne fanno di diritto un servizio minimo di trasporto locale.
Il sindaco di Teramo, quale punto di riferimento, da primo cittadino del capoluogo, anche per altri sindaci, chiama alla mobilitazione l’intero territorio provinciale e il Consiglio comunale e i portatori di interesse contro questa decisione. Secondo il Sindaco, sono due le direzioni verso le quali la Regione dovrebbe muoversi per scongiurare l’ipotesi. La prima è di tornare ad integrare, grazie ad elementi normativi vigenti, la tratta in questione nell’elenco dei servizi minimi; la seconda è di garantire che, nella peggiore delle ipotesi, la gestione della tratta rimanga comunque alla TUA, per rendere in tal modo possibile il reinserimento dei costi ad essa connessi nelle prossime partite di Bilancio.
Il passo all’altro problema del biglietto unico è breve e l’occasione utilissima: D’Alberto torna a chiedere di inserire anche Teramo e l’entroterra teramano nella programmazione regionale, ricordando che l’introduzione di un solo titolo di viaggio consentirebbe ai cittadini di fruire di mezzi privati e pubblici e costituirebbe un incentivo al loro utilizzo. Le ragioni che hanno determinato la scelta attuata già per alcune zone del pescarese e del chietino, sono le medesime che interesserebbero le aree del teramano. Non va dimenticato che i residenti di questo territorio, compartecipano, attraverso la fiscalità regionale, alla risorse che la Regione destina al trasporto pubblico. Su questo argomento sono degne di nota le parole pronunciate dal Presidente Giovanni Lolli nel suo recente intervento durante il congresso della CGIL teramana; ci si attende ora che la Regione dia seguito alle intenzioni palesemente espresse.
Infine, il problema del trasferimento del terminal dei bus in arrivo dall’Abruzzo nella capitale dalla Tiburtina all’Anagnina. Anche qui il sindaco interviene per sottolineare che se così fosse, «si tratterebbe anche di un grave danno per gli utenti che utilizzano il terminale bus come una sorta di hub per i successivi trasferimenti sulla lunga velocità e/o percorrenza. L’auspicio è che si tratti – così come dichiarato dalla consigliera regionale del movimento 5Stelle Sara Marcozzi – di provvedimento temporaneo», ma il sindaco D’Alberto assicura «che anche su questo la sua attenzione sarà puntuale e vigile».