TERAMO – Dopo mesi di abbandoni in blocco, contrasti interni non sanati e un lunghissimo commissariamento, il Partito Democratico di Teramo riparte da Massimo Speca, avvocato, consigliere comunale, nuovo segretario dell’Unione cittadina.
Il primo segnale tangibile del percorso di rinnovamento del partito è che la “cerimonia che conta”, la proclamazione, dopo mesi di appuntamenti nelle sale degli alberghi cittadini o nelle sedi elettorali dei candidati alle elezioni, sia stata spostata e si sia tenuta nella sede deputata, quella storica di corso De’ Michetti. A tenere a battesimo il nuovo segretario ci hanno pensato Manola Di Pasquale, presidente della commissione che ha gestito la procedura abbreviata e semplificata per la sua selezione; Sandro Mariani, capogruppo regionale e commissario dell’Unione cittadina, che ha gestito il Pd negli appuntamenti elettorali cruciali di quest’anno; il segretario regionale del Pd Renzo Di Sabatino, chiamato anch’esso alla rapida, rapidissima sintesi democratica in vista delle prossime elezioni regionali. Alla presenza di qualche decina di militanti, il segretario Speca ha tenuto il suo discorso su obiettivi e linee programmatiche. Innanzitutto “ripartire”, con la consapevolezza di essere forza di maggioranza nella maggioranza al governo della città di Teramo, con la necessità di ricostruire quel legame tra politica e amministrazione, affinché le istanze della cittadinanza e degli iscritti vengano tradotte in una linea univoca. Speca ha parlato di coinvolgimento degli iscritti, di riapertura del partito con la necessità di fare quadrato all’interno, per dare un’immagine credibile, senza paura dell’esterno.
Quanto alle divergenze che nel recente passato hanno provocato una serie di “smottamenti” nel Pd cittadino, per Speca è giunto il momento di dire basta alle divisioni per inaugurare una nuova stagione nella vita attiva del partito, parlando alla gente, tra la gente. Speca era candidato unico alla segreteria. Avrà il compito di traghettare il partito almeno fino alla primavera inoltrata del 2019, navigando tra le insidie delle prossime elezioni regionali e almeno fino al momento in cui il Pd, con il congresso nazionale, dovrebbe azzerare tutto per procedere alla ricostituzione dei suoi organi politici, passando innanzitutto per il tesseramento e le regole standard.