TERAMO – Ha toccato un tasto che rischia di diventare molto dolente il tavolo tecnico provinciale in tema di dimensionamento scolastico, ipotizzando l’ipotesi di un trasferimento del blocco ‘Pascal Comi Forti’ dalla sua sede storica (almeno per i geometri e i programmatori) verso quella adesso occupata dal Liceo scientifico Einstein, in via Sturzo (che andrebbe al Comi di viale Bovio, una volta ultimato il suo recupero). La prima reazione, stuzzicata dal presidente del comitato di quartiere, Domenico Bucciarelli, è lo sciopero da parte degli studenti del Forti, e forse anche di quelli del Pascal, mentre sulla polemica interviene anche Cittadinanzattiva per rafforzare la posizione di Bucciarelli sul rischio di uno spopolamento del quartiere Cona.
Domattina, intanto, dinanzi all’ingresso via Cona, gli studenti si ritroveranno nel più classico degli scioperi a difesa della loro sede. «Non ci piace l’idea di spostarci – spiega Damiano Mazzoni, rappresentante degli studenti del ‘Geometri’ -, perchè con questi luoghi abbiamo un rapporto affettivo ma soprattutto ritieniamo che un eventuale trasferimento in un cosiddetto ‘polo tecnico professionale’ sminuirebbe se non, peggio, annullerebbe la nostra identità formativa. Noi teniamo alla nostra scuola e non vogliamo spostarci da qui». La motivazioni addotte al tavolo tecnico, cioè quella del decongestionamento del traffico alla Cona e quella di rendere più sicura la presenza degli studenti, in quanto si eviterebbe l’attraversamento in aree senza marciapiede viene considerato secondario anche dagli studenti: «Non ci sono problemi di disagio dove siamo attualmente – aggiunge Mazzoni -, il nostro istituto aspetta soltanto di riavere la sua palestra, dove bisogna risolvere i problemi di infiltrazioni ed è ancora chiusa». Quello degli interventi su questo complesso è comunque un nodo da superare. Di contro all’ipotesi del trasferimento degli studenti di questi istituti, non c’è stato cenno al destino degli immobili ma soprattutto a cosa si farà di un edificio, come il Pascal, sul quale è in corso la procedura per la cantierizzazione di lavori per un importo di 5,3 milioni di euro. «La ricostruzione, come la questione scuole in generale – dice Mauro Chilante, coordinatore di Cittadinanzattiva -, sono argomenti che vanno affrontati discutendo prioritariamente di tematiche che riguardano la filosofia della ricostruzione, il complessivo assetto urbanistico della città, il ruolo del centro e quello delle periferie». In due parole, quello che Bucciarelli ha sollevato, «non perserverare in una politica che favorisce lo squilibrio territoriale di Teramo, desertificando i quartieri, spostando la città sempre più verso est con pesanti ripercussioni a carattere urbanistico». Un pò quello che è successo con le chiusure delle scuole Savini e San Giuseppe in centro storico. Chilante tiene a precisare che in passato Cittadinanzattiva era entrata nel merito della questione ricostruzione, «a proporre un modello di ricostruzione partecipata facendo sì che le scelte sul modello di scuola, anche per quanto possibile dal punto di vista strutturale, nascano dal basso e le nuove scuole diventino centro di aggregazione per gli studenti, il quartiere e l’intera città ospitando strutture che invitino giovani ed anziani a frequentarle ed utilizzarle anche per attività extrascolastiche». Sugli indirizzi e sulle localizzazioni, è necessario, conclude, che si discuta a più voci e che il contributo su scelte epocali come quelle dello spostamento in questione, vengano concertate tra Provincia e Comune.