TERAMO – Si è aperto al Parco della Scienza il consiglio comunale straordinario sulla ricostruzione. Un’assise inutile, se l’obiettivo era quello di ottenere un confronto concreto per dare qualche risposta ai 4mila sfollati teramani, una rappresentanza dei quali, soprattutto inquilini Ater, è presente in aula. Inutile perchè con la sola presenza del presidente vicario Giovanni Lolli e il direttore dell’Usr, Marcello D’Alberto, il consiglio è in sostanza una specie di Comitato istituzionale come quelli che si tengono con i sindaci, con la differenza che questo è allargato a tutti i consiglieri e qualche cittadino. Le assenze, cioè, pesano. Non ci sono i parlamentari eletti nel Teramano (hanno fatto sapere di avere impegni istituzionali), non ci sono i consiglieri regionali (eccezion fatta per quello di opposizione Mauro Di Dalmazio, che è consigliere comunale) nè di maggioranza nè di opposizione, c’è la sola senatrice Stefania Pezzopane del Pd, non c’è il senatore ed ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, invocato da tanti, maggioranza (Ciammariconi del M5S e Fracassa di Futuro In) e parte dell’opposizione (Luzii di Teramo 3.0). Impietoso il quadro ufficiale fornito dal presidene vicario Lolli sui numeri della ricostruzione: in Abruzzo ci sono 13mila schede AeDes (quindi palazzine interessate da danni) e di queste sono soltanto 1.200 le domande presentate all’Usr e appena 52 sono quelle evase dall’ufficio (32 sono alloggi privati, 20 opifici). Lo stesso presidente ha annunciato una ‘forzature’ per l’incremento del personale dell’Usr attraverso le assunzioni che farà la Provincia, per cercare di rinforzare la squadra di tecnici che deve affrontare le pratiche. Il secondo problema, per usare le parole di Lolli, è che «le pratiche ‘B’ dovrebbero ‘volare’ e questo non succede». Come risolvere? «Migliorare la filiera dell’organizzazione dell’Usr – ha risposto Lolli -. All’Aquila dopo due anni 45mila persone erano rientrate a casa». Difesa d’ufficio per il direttore dell’Usr, l’architetto Marcello D’Alberto, «persona specchiata, preparata che non può essere il capro espiatorio di un sistema che non funziona». Cisa succederà al 31 dicembre? «Non permetterò un processo a una persona che non se lo merita – ha deto Lolli -, io sto aspettando che si decida il terzo candidato alle elezioni regionali, poi li interpellerò, gli dirò quello che è possibile fare e poi assumerò la decisione che non è sulla persona ma sull’ufficio e come funziona». Il pensiero di chi non ha più casa da due anni è sintetizzato dal cartello esposto in aula da Tonino Serafini: «Il terremoto ha distrutto le nostre case, la politica ha distrutto mentalmente e fisicamente le persone. Complimenti».
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