TERAMO – A sei anni dalla morte, durante un inseguimento, del 24enne albanese Qerimi Klodian, si torna in un’aula con un nuovo processo. Questa mattina, il gup Roberto Veneziano, ha infatti rinviato nuovamente a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta bis, il poliziotto Alfredo De Concilio, di 41 anni, all’epoca dei fatti in servizio alla squadra volante di Teramo, accusato di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa.
Per quella morte il poliziotto era già finito a processo nel 2015, ma nel corso del dibattimento il giudice Flavio
Conciatori, sulla scorta di quanto era emerso fino a quel momento, con le diverse testimonianze che avevano sollevato dubbi sulla ricostruzione dei fatti, aveva rinviato gli atti alla Procura affinché valutasse un’eventuale diversa ipotesi di reato a carico dell’uomo. Da qui l’apertura di un nuovo fascicolo e l’avvio di nuove indagini su quella drammatica notte, al termine delle quali il pm Davide Rosati aveva confermato l’accusa di omicidio colposo a carico di De Concilio e chiesto un nuovo rinvio a giudizio. Il nuovo processo, dopo la decisione odierna del gup, si aprirà il prossimo 2 aprile.
I fatti contestati al poliziotto risalgono al 12 novembre del 2012 quando nel corso di un servizio di vigilanza a Castelnuovo Vomano, dove erano stati registrati numerosi furti, aveva intercettato insieme al collega una Mercedes con a bordo 4 persone, tra cui la vittima, segnalate alla Questura come gli autori di numerosi colpi in abitazione. Ne era seguito un inseguimento, terminato in una strada chiusa, con cinque colpi di pistola partiti dall’arma in dotazione a De Concilio, uno dei quali aveva colpito Qerimi Klodian mentre stava cercando di scendere dall’auto. Al poliziotto, che ha sempre sostenuto di aver sparato dopo aver visto uno dei 4 malviventi in fuga puntargli contro una pistola (successivamente ritrovata senza caricatore in una siepe vicina), viene contestato, come si legge nel capo di imputazione, di aver causato il decesso del ragazzo "per colpa determinata da imprudenza, negligenza ed imperizia e dalla violazione delle tecniche operative in uso alla Polizia di Stato, nonchè a causa dell’eccesso nell’uso dell’arma corta in dotazione".