TERAMO – Da ieri mattina a svolger le funzioni di direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise è il direttore sanitario Nicola D’Alterio. E’ infatti scaduto, dopo tre anni, il mandato di Mauro Mattioli e come anticipato da ‘La Città’ nell’agosto scorso, il no alla proroga per altri due anni all’ex rettore universitario opposto dalla regione Molise, pone l’istituto alle prese con una reggenza in attesa di decisioni condivise sul nuovo responsabile. La nomina del direttore generale dopo la riforma della legge, deve essere condivisa dalle due regioni Abruzzo e Molise e dal ministero della Salute: ovviamente, in piena campagna elettorale e nel periodo di prorogatio di Giovanni Lolli in sostituzione di Luciano D’Alfonso (che nominò Mattioli nel 2016), non è possibile ipotizzate una nuova designazione, se non dopo l’insediamento del nuovo governo nazionale. E anche in quel caso, soltanto l’elezione di un governo di centodestra, analogo a quello attualmente in carica in Molise, potrebbe portare all’individuazione di un nome condiviso in tempi brevi. Il diniego a Mattioli, è bene precisare, non è comunque alla persona e al professionista, anzi. Il decano universitario ha infatti compiuto 65 anni a giugno e queste lo rende comunque non ‘candidabile’ a una conferma. C’è da dire che non tutte le speranze sono però perse e Mattioli confiderebbe in un ultimo tentativo di riuscire ad ottenere una deroga. Lo si è appreso in ambienti interni all’Istituto, dove da tempo alcuni suoi collaboratori si stanno prodigando per avere cenni dalla politica in questo senso.
Ma prima di quel tempo, l’Istituto è già proiettato nel dopo Mattioli, secondo direttore generale del dopo-Caporale nello storico ente di ricerca di Campo della Fiera. L’ormai ex direttore generale ha voluto salutare tutti con una lettera sentita, in cui ha sottolineato il valore del lavoro di squadra del personale dell’Izs, anche se tuttavia non c’è piena percezione di questo tra i dipendenti: «Per consolidarla – ha detto Mattioli – credo sia necessario investire più tempo di quanto speso fino ad ora. Le rappresentanze sindacali, con le quali ho avuto anche discussioni accese, ma che ringrazio per avermi consentito di conoscere meglio problematiche ed aspettative del personale, possono giocare in questo contesto un ruolo fondamentale». Prima di tratteggiare il futuro possibile per l’Istituto, Mattioli ha voluto ricordare quanto di buono fatto nei suoi tre anni, con una crescita continua, «nuovi obiettivi raggiunti, nuovi centri di referenza istituiti e sempre è stata dimostrata grande capacità». Ma il cruccio di una incompiuta nel direttore generale resta: «mettere tutti, ma in particolare i giovani, nelle condizioni di esprimere al meglio le loro potenzialità. Ho provato a spingere in questa direzione ma sono sicuro di non essere riuscito nell’intento e mi dispiace. Non mi resta che consigliare soprattutto ai giovani di farsi sentire con energia, di battere i pugni se necessario, per evitare eccessive compressioni e garantirsi i necessari spazi di crescita ed espressione». E il bilancio, anche a giudicare da chi con lui ha lavorato in questi anni è sicuramente positivo:
Il domani dunque riparte da D’Alterio, persona capace a svolgere ruolo di indirizzo e gestione e ha l’esperienza giusta per sopperire alla mansione. Ma poi si dovrà arrivare alla nuova nomina. La fazione che spinge per una governance il più possibile abruzzese, se non magari teramana, ricorda che per nominare bisogna ‘pescare’ dall’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie locali (e degli altri enti del servizio sanitario nazionale). L’aggiornamento recente riduce ad appena 3 i nominativi di teramani ‘arruolabili’ (fatta eccezione per i direttori generale e amministrativo della Asl di Teramo, Roberto Fagnano e Maurizio Di Giosia) e sono tutti interni all’Istituto stesso: sono l’attuale direttore amministrativo Lucio Ambrosj e i dirigenti storici Giacomo Migliorati (già direttore sanitario) e Nicola Ferri.