TERAMO – La bozza della nuova ordinanza della Protezione civile che dovrebbe rimettere mano alla disciplina del Contributo di autonoma sistemazione preoccupa non poco il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto. E’ forte infatti la sensazione che mentre le istituzioni compiano sforzi per rendere concreto il concetto che la ricostruzione non è ancora sostanzialmente partita, ai piani alti si pensa già come si fosse vicini al post emergenza. «Anche questa ordinanza non coglie appieno la drammaticità della situazione nel nostro territorio – dice il sindaco – e soprattutto la peculiarità che soltanto il cratere abruzzese vive, e questo rischia di aggravare lo stato di incertezza e di disagio dei cittadini interessati». I nuovi orientamenti, nel tentativo di fare ordine e ridisegnare il quadro complessivo degli aventi diritto al Cas, rischiano di aggravare il peso amministrativo degli uffici comunali da un lato e dei cittadini per nuovi adempimenti. «Riteniamo che un ulteriore censimento, ad esempio, non sbagliato in linea di principio, rimette in gioco il lavoro degli uffici sisma come il nostro: la rivisitazione del Cas dovrebbe procedere di pari passo con il potenziamento di quelle strutture che devono far fronte a un ulteriore carico di lavoro. Ma soprattutto bisogna capire che l’uscita dall’emergenza, e quindi dal Cas che l’emergenza ha creato, almeno da noi nel Teramano è ancora lungi dal venire, non è destinata cioè a chiudersi in breve tempo» Il sindaco attraverso il Presidente della Regione Abruzzo e del Direttore regionale della Protezione Civile,. Antonio Iovino, ha fatto pervenire al Dipartimento della Protezione civile della presidenza del Consiglio dei ministri, che sta discutendo la bozza, una serie di dettagliate osservazioni, condivise con gli Uffici comunali preposti propri per segnalare la reale condizione in cui si trova l’Abruzzo del sisma. Sul personale dell’ufficio sisma, ad esempio, «si continua a dover difendere l’esistente invece che prendere in considerazione un potenziamento degli uffici: 4 addetti avevamo e 4 addetti sono stati prorogati, ma soltanto per un anno – dice D’Alberto -. Non basta e non bastano, anche perché spesso nel corso del loro impegno, possono andare via se trovano migliori sistemazioni, con il rischio che si ricominci ogni volta daccapo in formazione e valutazione del lavoro da svolgere». Infine, il Sindaco ha chiesto maggiore chiarezza nella terminologia utilizzata nella stesura della nuova ordinanza, «al fine di evitare fraintendimenti e ritardi poi nell’operare da parte degli enti: così come già avvenuto in passato – ritiene il primo cittadino -, rischierebbe di non trovare soluzione la categoria di coloro che si trovano costretti a cambiare residenza ma senza alcun carattere di stabilità e che quindi ancora avrebbero, a rigor di logica, diritto al Contributo».
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