In città sicurezza a mezzo servizio: 25 telecamere, ne funzionano soltanto 8

TERAMO – Tornato di grande attualità per via dei recenti danneggiamenti in centro storico, il sistema di telecamere a Teramo si scopre orbo. Annunciate in pompa magna dall’allora sindaco Maurizio Brucchi nel dicembre del 2015, sistemate in 21 punti nevralgici della città -in aggiunta ad un’altra ventina di occhi virtuali seminati qua e là, come ai varchi della Ztl e nei sottopassi, fino a diventarne una quarantina -, oggi molte di loro sono fuori uso. Il contributo che possono dare alla sicurezza pubblica è minimo, se si pensa che su 25 impianti totali ne funzionano appena 8 e che alcuni ingressi alla città sono ‘scoperti’. Con un terzo della dotazione tecnologica, e quella in essere è anche superata tecnologicamente, è impossibile affermare di poter contrastare gli episodi di microcriminalità denunciati negli ultimi giorni. Si chiamava alternativamente ‘Sicuramente in città’ e ‘Mille occhi sulla città’ il progetto che mise in campo circa 150mila euro di fondi, anche Fas, per implementare una rete di sorveglianza attiva in grado di controllare la viabilità, garantire protezione da furti o danneggiamenti, identificare eventuali autori di reato. E’ durato poco, fino a quando la manutenzione ha garantito un minimo di efficienza e finita questa, sono state abbandonate a se stesse. La maggior parte di loro non è stata più ispezionata o tarata da oltre un anno e mezzo e del loro stato non si conosce la ‘gravità’. Il monitor di controllo installato nel comando delle guardie municipali a piazzale San Francesco ha tasselli a macchia di leopardo, anche se quelle otto telecamere funzionanti garantiscono quello per cui sono state installate. Il comandante dei vigili urbani, il tenente colonnello Franco Zaina, pensa a quello che potrebbe essere se il sistema fosse integro e funzionante: «E’ vero che la tecnologia è andata avanti e oggi questi impianti possono avere un software superato, però quelle che abbiamo ne confermano l’utilità: in osservazione in tempo reale è possibile accedere a dettagli molto approfonditi e in caso di indagini di polizia giudiziaria a volte sono decisive. E’ il caso di alcuni accertamenti che abbiamo svolto per le altre forze dell’ordine e di recente per una indagine che stiamo portando avanti noi. Però non sono da buttare, io credo che basterebbe fare un controllo e verificare l’entità della causa di fuori servizio, magari sono ancora recuperabili».
Fedele nel compito, questa pattuglia di telecamere che negli ultimi tre anni è andata assottigliandosi, ha comunque permesso di estrapolare dettagli ed elementi utili a individuare responsabilità o a ricostruire ad esempio alcuni incidenti stradali, in 14 casi nel 2018 e nel 2017, contro i 28 del 2016, primo anno di applicazione del nuovo sistema e dunque interamente funzionante. La recente individuazione degli autori del danneggiamento del ‘Bosco incantato’ del Natale teramano ai Tigli, la si deve al lavoro di registrazione svolto, anche in piena notte e in condizioni di luce non ottimali, da una delle 8 camere superstiti.
Resta, a monte, il vecchio problema del mancato collegamento con le sale operative della Polizia di stato e dei carabinieri per cui c’è soltanto l’operatore dei vigili urbani, nella sala di controllo, nella doppia turnazione quotidiana dalle 7 alle 20, a tenere sotto controllo la situazione. Pensare che il vecchio sistema di video sorveglianza che proprio questo è andato a sostituire, poteva contare, quello sì, su una rete di collegamento diretto con il 113.
Ma proprio la presenza di questo monitor nella sala operativa dei vigili urbani dà l’idea di come la sicurezza urbana sia un concetto che deve prevedere un sistema in cui anche il personale dedicato deve essere adeguato nel numero. «Quando io sono entrato nel corpo, nel 2001 – dice il comandante Zaina -, c’era un dirigente comandante, Fulvio Cupaiolo, che poteva contare su quattro ufficiali: oggi ci siamo soltanto io e il capitano Saverio Finocchi e insieme facciamo parte dei 29 vigili urbani in divisa, che garantiscono due turni quotidiani dalle 7 alle 20, il sabato un’ora prima per la presenza del mercato». Certo, la disponibilità non manca tra questi vigili, sono pronti a mettersi a disposizione in caso di qualsiasi emergenza, ma la coperta non è corta, è cortissima. Sulla carta ci sono due pattuglie a disposizione, al mattino e al pomeriggio, ma ci sono innumerevoli servizi da coprire, a partire dai 200 incidenti rilevati ogni anno, le verifiche anagrafiche, i verbali, le attività delegate dalle altre forze di polizia, quelle proprie e tanto altro che alla fine spiegano il perché “non si vede l’ombra di un vigile in città”. «Servirebbe almeno il doppio del personale in servizio – è l’amara considerazione del comandante Zaina – che ricorda quando oltre 15 anni fa c’era il lusso di poter contare su 58 operatori compresi gli amministrativi e in centro storico si potevano schierare oltre sei vigili a piedi in centro storico tra via Oberdan e piazza Martiri e i due corsi, oltre a quelli con i motorini. Bisogna tornare a investire sulle forze di sicurezza comunali e tutto sommato, il settore della polizia urbana è uno dei più virtuosi dell’intero apparato comunale: secondo i parametri di riferimento dei fabbisogni standard dei comuni, infatti, su una spesa prevista di 2,1 milioni all’anno, ne spende circa 1,8, segnando un risparmio di circa 350mila euro.