TERAMO – Ce l’ha fatta Gabriele Minosse a scalare il Bim fino alla poltrona di presidente. Dpop il blitz con cui il sindaco di Cortino e segretario provinciale del Pd aveva scalzato Moreno Fieni, il suo stesso delegato ed ex presidente, ha trovato i 23 voti dei sindaci con cui ha potuto farsi eleggere (sui 28 presenti). E’ successo insomma come per la Ruzzo Reti, con l’assenza di comuni importanti come Teramo, Crognaleto, Castelli e Montorio, i primi due capofila nella contrapposizione tutta interna al Partito democratico. Il sindaco del centro montano, Giuseppe D’Alonzo, che ha già vissuto sulla propria pelle gli accordi trasversali come questo del Bim, minaccia il ritiro del suo comune dall’assembela: "Mi chiedo quale sia oggi il significato di una ulteriore permanenza all’interno del BIM – ha detto – dove sia il Comune di Crognaleto, che è maggiore azionista con le tante risorse messe a disposizione, sia comuni come Teramo, Montorio, Castelli ed altri importanti consorziati non vengono coinvolti nella organizzazione e programmazione, ma sono messi davanti a scelte fatte sulla base della peggiore politica individualistica. Credo che siamo di fronte – ha proseguito -, e lo dico a malincuore, alla fine di un percorso che ha portato bei risultati nei territori, e mi dispiace pensare che tutto ciò debba terminare a causa di una gestione egoistica, miope, autocratica e autodistruttiva di un singolo soggetto e di politiche malate che, è evidente, non mettono al centro gli interessi del territorio e della popolazione".
Rumors politici negli ambienti del Pd riferiscono della possibilità che Minosse – che adesso si trova nell’insuale posizione di sindaco, segretario di partito e presidente di un consorzio di comuni – possa adesso dimettersi dal ruolo politico all’interno del Pd, ma comunque si tratterebbe di una mossa che non alleggerirà la tensione interna ai Dem.
In apertura di assemblea c’erano state le convalide della nomina dei tre nuovi rappresentanti: la consigliera Adelina Lanci di Cortino e i sindaci di Valle Castellana e Rocca Santa Maria, Camillo D’Angelo e Lino Di Giuseppe.
“Darò ulteriore impulso al ruolo del Consorzio come ‘casa’ dei Comuni che, in base alle esigenze dei rispettivi territori e delle comunità locali, avranno un ruolo sempre più centrale e strategico nella nuova governance – ha dichiarato il neo presidente, presentando il programma del prossimo triennio -. Riprenderemo con decisione anche l’azione, attualmente al palo, di recupero crediti Ici e Imu nei confronti dell’Enel e per l’adeguamento dei sovracanoni idroelettrici al fine di ottenere un equo ristoro per i territori ricompresi nel bacino imbrifero montano Vomano-Tordino, risorse vitali in questo momento per i Comuni”.
L’utilizzo delle entrate derivanti dai sovracanoni e il riparto tra i Comuni del Bim avviene sulla base delle disposizioni contenute nello Statuto consortile, che il nuovo presidente si propone di aggiornare per una maggiore incisività dell’azione di sostegno agli enti consorziati: “Anche l’erogazione dei contributi ai Comuni, alle associazioni, agli enti e ai comitati si baserà su un sempre maggiore coinvolgimento dei sindaci per definire gli interventi di natura prioritaria – ha concluso il presidente nel suo discorso di insediamento –, riprenderemo anche un ruolo centrale per accelerare il processo di ricostruzione e in questo senso convocheremo subito un tavolo con i comuni del cratere per la redazione di un bando unico per la stabilizzazione dei co.co.co". A breve Minosse procederà alla nomina del suo esecutivo per approvare il bilancio e restituire piena operatività all’ente.