Gara contact center della TeAm prima affidata, poi revocata: il Tar accoglie il ricorso di chi aveva vinto

TERAMO – Si incaglia la gara per l’affidamento del servizio di contact center e centralino della Teramo Ambiente, bandita a metà dello scorso anno, aggiudicata ai primi di agosto e revocata a settembre. E non accade per la recente acquisizione dei documenti di gara da parte dei carabinieri della polizia giudiziaria, bensì per un doppio ricorso al Tar da parte di entrambe le ditte partecipanti, il più ‘pesante’ dei quali, sotto l’effetto della sentenza, è quello dell’Ati che si era aggiudicata il servizio e poi se l’è visto revocare. La pronuncia dei giudici della prima sezione del tribunale amministrativo regionale è di queste ore: ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione temporanea di imprese formata da Tecnocal Srl e da Italia Sviluppo Srl, quelle cioè che avevano presentato l‘offerta tecnica migliore. Sommata alla proposta economica di circa 116mila euro all’anno aveva fruttato l’aggiudicazione del servizio di contact center e centralino. E’ giusto il caso di ricordare che questo servizio, dentro alla TeAm, con l’avvento della governance voluta dal curatore fallimentare Marco Basaglia, che ha nominato quale amministratore delegato Pietro Pelagatti al fianco del presidente Pietro Bozzelli, era stato finalmente affidato attraverso una procedura negoziata dopo anni di concessione diretta del servizio. Anzi, avrebbe dovuto essere affidata dopo un bando pubblico, perché accade che all’indomani dell’aggiudicazione della gara all’Ati Tecnocal-Italia Sviluppo, la seconda classificata, l’azienda Paolo Brizzi Srl, che aveva risposto alla procedura sulle 15 ditte abruzzesi invitate complessivamente (e che attualmente gestisce in proroga il servizio di contact center), annuncia ricorso contro l’aggiudicazione alla ditta concorrente, “per erronea applicazione della formula da utilizzare per il calcolo dei punteggi da attribuire alle componenti economiche delle offerte”. Un rilievo che, a seconda del parere legale offerto alla TeAm, avrebbe potuto inficiare il risultato della gara: ecco allora che la municipalizzata, con un atto di autotutela dei primi di settembre e in applicazione di una direttiva dell’Anac, decide di revocare l’aggiudicazione della gara alla Tecnocal. A questo punto scattano due ricorsi: quello della Brizzi contro l’aggiudicazione alla Tecnocal e della stessa Tecnocal contro la revoca dell’aggiudicazione. Il Tar discute separatamente e con due collegi diversi i due ricorsi: ne viene fuori un esito duplice, con la Paolo Brizzi che si vede rigettato il ricorso e la Tecnocal che lo vince. In sostanza i giudici danno torto alla TeAm perché avrebbe “identificato apoditticamente l’interesse pubblico prevalente, in virtù della necessità di ‘salvaguardia dei principi di correttezza ed imparzialità dell’azione amministrativa’ e nel ‘dovere di eliminare situazioni antigiuridiche’, omettendo però di valutare la posizione dell’aggiudicatario che aveva confidato nella legittimità degli atti di gara e dell’aggiudicazione”. Adesso la TeAm è a un bivio: o tornare indietro ai primi di settembre e aggiudicare come aveva già fatto il servizio di contact center alla Tecnocal, con buona pace della Paolo Brizzi Srl, oppure resistere in appello contro questa sentenza.