TERAMO – I sanpietrini di corso de’ Michetti sono salvi. Non saranno toccati, resteranno al loro posto. Ma soprattutto il ‘corso vecchio’ non sembra destinato a fare la fine di quello principale, ostaggio di lavori infiniti di riqualificazione, ancora non conclusi. La conferenza dei servizi tenuta ieri sotto il coordinamento dell’assessore al governo del territorio Stefania Di Padova, ha concordato le linee guida che andranno applicate per i lavori previsti su corso de’ Michetti: l’intervento riguarderà soltanto i marciapiedi e non il fondo pavimentato, e con il contributo del progetto Paride verrà riconvertito il sistema di pubblica illuminazione, di cui beneficerà anche il vecchio arco di Porta Reale. Le economie derivanti da una rivisitazione dei lavori originariamente previsti in questa zona, serviranno per sistemare corso San Giorgio, a partire dalle ‘stecche’ laterali, per continuare con la sistemazione di arredi nuovi e mattonelle già distrutte e, infine, per ripristinare una ‘chicca’ storica: il ‘Due di Coppe’ che originariamente delimitava il confine nord del corso principale, tornerà al suo posto.
La decisione di sacrificare il previsto intervento massivo su corso de’ Michetti deriva dall’esperienza negativa fatta con i lavori infiniti su corso San Giorgio. Ecco allora che serve un piano B e l’assessore Di Padova, ascoltate anche le richieste che sono arrivate dai commercianti e buona parte dei residenti, ha convenuto che l’intervento estetico dovesse avere priorità, per così dire, su quello funzionale di sottoservizi che in fin dei conti, sono di recente ristrutturazione. Ecco dunque che la necessità di disegnare marciapiedi più lineari e dagli spazi equamente distribuiti, diventi la scelta condivisa, i cui tempi di realizzazione saranno evidentemente più brevi.
A proposito di cronoprogrammi. adesso la direzione dei lavori disegnerà una progettualità diversa e in un certo senso ridotta, dando spazio anche alle rivisitazioni urgenti di corso San Giorgio.
Sarebbe stata individuata anche la tipologia di arredi da sistemare lungo il corso, con panchine in finto legno, alternate a fioriere. Contemporaneamente si lavora a una soluzione progettuale che contestualizzi nell’attuale layout della nuova pavimentazione, le vecchie fioriere superstiti dell’abbattimento delle colonne del ‘Due di Coppe’ del 1929, oggi custodite, anche se malandate, nella Villa comunale. C’è tempo entro la fine di marzo per rimodulare finanziamenti e risorse disponibili, compresa la trattativa con l’impresa aggiudicatarie dei lavori, che sarà invitata nei prossimi giorni al tavolo con l’assessore Di Padova e i tecnici comunali: all’ordine del giorno l’individuazione di un punto di incontro su riserve dell’impresa e contestazioni dei lavori. L’obiettivo è restituire alla città una zona nevralgica da troppo tempo cantiere.