Teramo Ambiente, al tavolo sindacale D'Alberto media. E torna la voglia del socio privato

TERAMO – TERAMO – La Teramo Ambiente vive una situazione societaria anomala che non può non aver riflesso sull’andamento del servizio: risolvere al più presto la presenza di un socio privato ‘concreto’ diventa priorità anche per il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto. Lo ha ripetuto ieri anche al tavolo delle relazioni industriali della Provincia, a cui i sindacati territoriali si erano rivolti per avere risposte dall’azienda su temi importanti per la vita della municipalizzata. Assenti l’amministratore delegato o il presidente, il primo cittadino ha vestito i panni del mediatore e ha ascoltato cose che già conosceva ma su cui ha appreso esistere ancora una grave e colpevole inerzia. «Ho rappresentato al tavolo la situazione dell’ingresso di un eventuale nuovo socio privato o di una trasformazione in house – ha detto D’Alberto -, perché è qui il vero problema di questa azienda: dal 2010 quando abbiamo confermato l’affidamento del servizio, non c’è stato mai il confronto con un socio ‘vero’, linfa vitale da cui attingere, traino per un piano industriale di successo. Avere come interlocutore una curatela fallimentare non è sicuramente la normalità di una società mista. Ecco perché serve una soluzione, ma anche questa deve andare verso l’individuazione di un obiettivo certo, legale e sicuro. Il socio privato che ha avanzato la proposta di subentro è affidabile, è credibile e al tempo stesso è un imprenditore locale che conosce il territorio: elementi utili e forse irripetibili, ma il problema è che nell’ottica di salvaguardia del suo futuro e di quello della TeAm, bisogna capire fin dove questi aspetti coincidano con quanto il tribunale fallimentare di Venezia vuole perseguire, e come si pone questo nuovo scenario rispetto all’Agir. A proposito: spero che la nuova giunta e il consiglio regionale al più presto definiscano in tempi certi e rapidi cosa vogliano fare dell’agenzia regionale».
Sul piatto della discussione restano però i ‘dettagli’ della vita di tutti i giorni, della TeAm. I sindacalisti della Cisl, Cgil, Fiadel e Uil, hanno riproposto quanto già espresso in passato sui carichi di lavoro, sui mezzi obsoleti, sugli organici dove trova sempre più spazio il ricorso alle esternalizzazioni o, ad esempio, il trasferimento da mansioni operative a quelle amministrative (vezzo tipico TeAm che però sembrava ormai appartenere al passato). La scelta di non essere presente non ha riscosso commenti positivi, ma è stato. Lo stesso sindaco a prendere il telefono per sentire il presidente Pietro Bozzelli e concordare una data, a metà marzo, per rivedersi e trovare la disponibilità della TeAm. Il sindaco però è stato chiaro, come allora nel corso del Cda allargato alle forze sindacali ebbe a chiedere di ‘abbassare i toni della conflittualità interna’, ritiene che non potrà essere  la prossima una riunione consultiva ma dovranno essere prese decisioni. Il primo cittadino intanto si è sentito di rassicurare i sindacati, di cui ha apprezzato la disponibilità e i toni pacati, sulle modifiche imminenti al ‘porta a porta’, con l’introduzione delle isole ecologiche (una decina) nelle frazioni e nelle zone periferiche: «La rimodulazione del servizio di raccolta non comporterà esuberi, perché il personale sarà impiegato sempre nell’ambito di altri servizi. Le isole ecologiche saranno introdotte con il nuovo Pef e saranno una decina anche per non gravare ulteriormente sui contribuenti. La tariffa è diventata insostenibile e dobbiamo trovare le soluzioni necessarie per ridurre la Tari».