L’AQUILA – Cosa abbia ucciso Nidia Trinetti, la 54enne di Pietracamela trovata senza vita in una casetta di legno alle porte dell’Aquila dove viveva, resta un mistero. Nemmeno l’autopsia ha chiarito le cause, evidenziando l’assenza di segni di violenza sul corpo della donna. Mentre gli investigatori, su pressione anche dell’avvocato della famiglia, lavorano per incrociare testimonianze e ricostruire le ultime ore di vita della donna, il medico legale si è riservato due mesi per approfondire gli esami di laboratorio si reperti organici e i liquidi biologici prelevati nell’esame autoptico. E’ l’ultima possibilità che la medicina si gioca per far ‘parlare’ il cadavere di Nidia. Certo, questo decesso è un giallo. A cominciare dal luogo del ritrovamento del corpo senza vita, in una abitazione che non è la sua, di un proprietario che non l’ha mai conosciuta, dopo una periodo lontano da figlia e convivente. Nidia Trinetti avrebbe fatto perdere le sue tracce dopo una discussione con il convivente, per essere ritrovata dopo giorni, morta, in quel casolare.
Sta nel lungo buco temporale tra la scomparsa, venerdì della scorsa settimana, e il ritrovamento, la soluzione del giallo.
A riempire questo vuoto, con dettagli, informazioni e ricostruzioni, contribuiscono anche le indagini difensive dell’avvocato Vincenzo Calderoni, che ha riferito agli investigatori del lungo colloquio avuto con la figlia della vittima. Oltre a raccontare alcune circostanze della vita della madre, la giovane ha riferito del litigio con il compagno, episodio che aveva richiesto anche l‘intervento degli agenti della Squadra volante della Questura. Da quel momento la donna non ha più risposto alle telefonate né ai messaggi. I famigliari, come chi la conosceva, ritengono strano che Nidia Trinetti possa essersi infilata di nascosto, all’interno di un’abitazione trovata per caso lungo il proprio percorso. E per di più entrando da une finestra, considerato che l’appartamento era chiuso dall’esterno. Sembra che però fosse in compagnia di due uomini, uno dei quali sarebbe il proprietario della piccola abitazione, che gli aveva offerto un ricovero dopo la discussione con il convivente. A farle compagnia nelle notti sarebbe stato l’altro, entrambi sarebbero vecchie conoscenze della vittima. Nessuno dei due però sarebbe stato presente al momento del decesso della donna, che potrebbe essere stata colta da malore. Di sicuro Nidia era in vita ancora poche ore del ritrovamento del suo cadavere, secondo quanto ha stabilito l’autopsia.