TERAMO – Non ci fu ‘aiuto di Stato’ nei fondi concessi dal Fondo Interbancario (Fitd) alla Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014 e bocciato dall’Antitrust Ue all’epoca. Il tribunale Ue, accogliendo il ricorso dell’Italia e della Bari (sostenuto dalla Banca d’Italia), ha così annullato la decisione della Commissione Ue "che non ha dimostrato che i fondi concessi a Tercas a titolo di sostegno del Fitd (dove sedeva nel consiglio un rappresentante di Bankitalia ndr) fossero controllati dalle autorità pubbliche italiane". L’Abi plaude e chiede alla commissione Ue i rimborsi per risparmiatori e banche concorrenti danneggiate dalle conseguenze delle sue non corrette decisioni sugli altri quattro istituti italiani.
Popolare di Bari: "Valuteremo rivalsa e risarcimenti". La Banca Popolare di Bari valuterà "determinazioni su eventuali azioni di rivalsa e di richiesta di risarcimenti nei confronti della Comunità Europea". Lo afferma lo stesso istituto in una nota dopo la decisione della Corte di Giustizia Ue. "La Banca Popolare di Bari – si legge in una nota – ha appreso, con viva soddisfazione, il pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha accolto le ragioni del ricorso avanzate dalla Banca. Questa decisione – assunta nel dicembre del 2015 – ha causato ingenti danni alla Banca, ai suoi soci e a tutti gli altri stakeholder, anche per i notevoli ritardi provocati nella programmata azione di crescita e sviluppo del Gruppo Banca Popolare di Bari. Ciò indurrà gli organi aziendali ad assumere determinazioni su eventuali azioni di rivalsa e di richiesta di risarcimenti nei confronti della Comunità Europea". "Questa pronuncia – ha dichiarato il Presidente Marco Jacobini – ci ripaga di anni di amarezze e di difficoltà che abbiamo dovuto affrontare per proseguire l’azione di salvataggio di Tercas, alla quale la Banca ha lungamente lavorato nell’interesse dei risparmiatori".