TERAMO – ‘Aggancia’ un tredicenne carpendo il suo numero di cellulare pubblicato su Instagram e comincia a tempestarlo di messaggi a sfondo erotico, arrivando a postargli su Whatsapp foto delle sue parti intime, accompagnate con proposte a sfondo erotico e inviti all’autoerotismo. E’ la contestazione di adescamento di minore, previsto all’interno del reato di violenza sessuale, dalla quale deve difendersi un 30enne, barista in un locale nel centro cittadino, che fa anche l’istruttore di una squadra giovanile di una nota società calcistica teramana (che nel pomeriggio di ieri lo ha sollevato dall’incarico di allenatore della squadra Allievi provinciali Under 17). Gli agenti della squadra mobile della Polizia di Stato teramana lo hanno denunciato in stato di libertà su disposizione del pm Stefano Giovagnoni che ha deciso anche per il sequestro di tutto il materiale pornografico, il pc e il telefono cellulare rinvenuti nella sua abitazione a Piano della Lenta, dove vive con i genitori, perquisita dopo il suo fermo per l’identificazione. La vittima delle sue attenzioni sulla chat non frequenta nè la scuola calcio del club dove il pedofilo allena, nè lo ha tra le amicizie social: il numero di telefono del ragazzino risulta però nella sua rubrica e tra i contatti delle chat telefoniche.
A sventare in tempo utile un possibile approccio diretto tra il tredicenne e il pedofilo, che mirava a un incontro fisico con il minorenne, è stata l’intuizione dei suoi professori a scuola e il canale di comunicazione aperto con i genitori. I docenti hanno segnalato a mdre e padre che qualcosa non andava nell’umore e nel comportamento dell’alunno, all’improvviso diventato chiuso e introverso, poco rispettoso nei confronti degli insegnanti, portatore evidente di un disagio fino a poco tempo prima sconosciuto in ambiente scolastico. Il padre ha sospettao qualcosa legato alle amicizie e ha pensato di controllare il telefono del figlio, senza però immaginare cosa avrebbe trovato: foto pornografiche, immagini di un interlocutore adulto in posizioni inequivocabili, messaggi con frasi di un vocabolario sicuramente non appertenenti ad un adolescente, inviti espliciti all’autoerotismo e ad appuntamenti fisici per approfondire la propria conoscenza. Il padre ha presentato una formale querela ai colleghi, consegnando anche il cellulare del figlio dove ci sono le prove di quell’approccio perverso. IL giovane è stato invitato a presentarsi in questura per fornire spiegazioni e, su delega, del magistrato la sua abitazione è stata perquisita con il ritrovamento di numeroso materiale pornografico. L’analisi del suo cellulare, attualmente affidato agli esperti della Polizia delle Comunicazioni, potrebbe però portare all’aggravamento della sua posizione. Il cellulare del tredicenne è stato invece consegnato alla Procura dei minorenni per comptenza.