A fuoco mezzo della TeAm, il sindacato rilancia la questione sicurezza dei lavoratori FOTO

TERAMO – Il Porter per la raccolta dei rifiuti della Teramo Ambiente cha va a fuoco sulla discesa del quartiere di Piano Solare, ieri mattina durante il giro di pulizia dei cestini pubblici, è l’emblema della crisi che da tempo i sindacati denunciano all’interno della municipalizzata. La coperta corta non consente investimenti che possano incidente sul parco mezzi, che hanno migliaia e migliaia di chilometri nei motori e soprattutto sono ‘sfiancati’ e a rischio. Rischio di rotture, ma anche di incidenti come quello verificatosi in città e che soltanto per una serie di coincidenze non ha provocato conseguenze più gravi. L’operatore che era i impegnato nel lavoro di raccolta dell’immondizia dai contenitori stradali, si è accorto che qualcosa non andava ed è stato svelto a buttarsi fuori dell’abitacolo perché le fiamme sono divampate in un attimo, probabilmente per un corto circuito, e hanno divorato l’abitacolo: l’intervento dei vigili del fuoco ha evitato che si propagassero al vano di carico e bruciare così anche un discreto carico di rifiuti. Il mezzo è però fuori uso, non più utilizzabile. E’ questo l’esempio che darà modo ai sindacati aziendali delle quattro sigle di spingere al tavolo tecnico paritetico. E’ quello concordato nell’ultima riunione del tavolo delle relazioni industriali alla Provincia dello scorso 26 marzo. Fissato per venerdì al Parco della Scienza: le rappresentanze sindacali interne alla TeAm, i tecnici della partecipata e quelli del Comune, che il sindaco ha voluto presenti quali ‘mediatori’, valuteranno quali modifiche apportare all’attuale sistema dei circuiti, anche in relazione alla disponibilità di materiale umano e dei mezzi che, come visto, sono quasi alla frutta.
Chi ripone grandi aspettative in questo incontro operativo è Massimo Di Carlo, segretario provinciale della Fiadel. Soprattutto perché arriva in un momento in cui, sulla TeAm i riflettori accesi sulla polemica tra Comune e governance e sugli sviluppi della procedura competitiva che a Venezia cerca il nuovo socio privato, rischiano di distrarre il resto dell’azienda sui problemi operativi più volte denunciati. “Rivedere i circuiti di raccolta, i carichi di lavoro e rimodulare alcuni servizi di spazzamento meccanizzato e manuale che, ad oggi, non sono funzionali e generano solo problematiche su più livelli” sono per Di Carlo gli argomenti sui cui trovare convergenza e segnali concreti di risoluzione. Una delle proposte è, secondo la Fiadel, quella di “valutare la raccolta porta a porta con il bidone condominiale al di sopra delle cinque utenze”, ma anche una maggiore attenzione alle condizioni di sicurezza dei lavoratori, a cominciare da attrezzature e indumenti di lavoro. C’è anche il discorso relativo alle esternalizzazioni, del call center e delle buste paga, che secondo Di Carlo dovrebbero essere affidati a personale interno, “liberando così risorse da investire sui lavoratori costretti, al momento, con contratti di solidarietà e turni estenuanti. Questi fondi potrebbero essere altresì utilizzati per assumere, a tempo pieno, figure part-time storiche nell’azienda che attendono, in alcuni casi da molti anni, una risposta occupazionale concreta e ultimo le nuove assunzioni del personale ex pulizie immobili”. Quanto al socio privato, la Fiadel chiede chiarezza su futuro, perché “le strade appaiono due: o trovare finalmente un socio privato forte o – conclude Di Carlo -, quella che per noi sarebbe la migliore soluzione, riportare tutta la Te.Am. in ambito pubblico, anche mediante lo strumento della  “società in house”, al fine di garantire un miglior servizio”. Questo sul piano operativo. In attesa di questo tavolo, però, la partecipata si appresta oggi a vivere l’assemblea dei soci, che sarà importante per valutare l’immediato futuro, soprattutto sui chiarimenti del quadro debitorio che il socio di maggioranza relativa di parte pubblica ha nei confronti della partecipata e per sapere qualcosa di più dal curatore Marco Basaglia sugli sviluppi sul fronte fallimentare.