TERAMO – La Provincia di Teramo, assieme ai Comuni di Teramo e di Isola del Gran Sasso, si costituiranno parte civile nel procedimento penale avviato dalla procura di Teramo sul sistema acqua del Gran Sasso. Lo hanno confermato, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Teramo, il sindaco del capoluogo Gianguido D’Alberto e il collega di Isola, Roberto Di Marco.
L’udienza preliminare per il rinvio a giudizio, chiesto dal pool di sostituti procuratori teramani Davide Rosati, Stefano Giovagnoni e Greta Aloisi coordinati dal procuratore Antonio Guerriero, nei confronti di dieci persone tra i vertici dell’Istituto di fisica nucleare, di Strada dei Parchi e di Ruzzo Reti, è fissata per domani al tribunale di Teramo.
"Riteniamo – hanno detto gli amministratori – che sia doveroso esserci e dare un segnale concreto a favore del territorio, per difenderne l’immagine ma prima ancora il diritto all’ambiente e alla salute". Fortemente critico è apparso il primo cittadino di Isola del Gran Sasso, che nella filiera del sistema acqua è la comunità più vicina alla falda e alle sorgenti di captazione. "Il danno arrecato alla nostra gente e al nostro territori è inconcepibile. Tra le nostre ricchezze naturali c’è l’acqua e il solo fatto di sentirsi chiedere, oggi, se quella che sgorga dai nostri fontanili sia potabile è per noi un segnale di una gravissima crisi di immagine".
I due amministratori hanno sottolineato il fatto che questo procedimento penale possa costituire una pietra miliare per stimolare un deciso e serio accertamento di cosa accada all’interno della montagna e quali soluzioni adottare per eliminare il rischio di contaminazione del bene più prezioso. Nel procedimento sono state inserite anche le società Strada dei Parchi e Ruzzo Reti nei confronti dei quali la Procura ipotizza l’ipotesi di illecito amministrativo.