ATRI – Passa attraverso un intervento mininvasivo con radiofrequenza o la possibilità, tra le primissime in Italia, di ‘entrare’ in un dotto pancreatico principale alla ricerca di un tumore mucinoso, il rilancio della sanità teramana, a caccia di mobilità attiva, anche laddove questa, fino a ieri, poteva sembrare una chimera. Lo si può fare, alla Asl di Teramo, grazie all’attività del reparto di ecoendoscopia interventistica guidata dal dottor Carmelo Barbera.
E’ mai possibile pensare di affiancare il nome del San Liberatore di Atri a quelli del San Raffaele e dell’Humanitas di Milano, del Baggiovara di Modena? Adesso sì, perché grazie alla strumentazione e all’esperienza del 42enne gastroenterologo di origini siciliane, la sanità teramana riesce a fornire prestazioni la cui qualità è assolutamente competitiva con le migliori specialità di altri centri italiani. Procedure come le coloangioscopie digitali dirette o le resezioni full thickness (a tutto spessore) delle mucose di tratti digestivi o, come detto, il ricorso alla radiofrequenza che sfrutta il calore per ‘entrare’ nelle cellule tumorali, fino a poco meno di due anni fa erano interventi ai quali i pazienti teramani, spesso dopo la diagnosi negli ospedali locali, venivano sottoposti altrove. Barbera, alla sua seconda esperienza alla Asl teramana, ha portato con sé quanto in tanti anni a Modena, con l’equipe diretta dalla dottoressa Rita Conigliaro, ha perfezionato nell’attività endoscopica, sia diagnostica che operativa. “Queste metodiche – spiega il medico – permettono di effettuare diagnosi all’interno delle vie bilio-pancreatiche con possibilità, nello stesso tempo di intervenire chirurgicamente”. Con un esame di pochi minuti, è possibile saltare tre o quattro passaggi in ospedale per diagnosi, eventuale biopsia e successivo intervento. Succede in particolare per le colecistiti acute in pazienti non operabili, ma questo trattamento endoscopico permette anche drenaggi delle raccolte pancreatiche attraverso protesi che permettono di far confluire i residui nel duodeno, oppure di effettuare il trattamento radicale delle lesioni neoplastiche dei tratti digerenti superiori e inferiori.
Tradotto nella concretezza dei numeri sanitari, questa attività, su cui la Asl di Teramo ha investito trasferendo ad Atri gli strumenti endoscopici da diverse centinaia di migliaia di euro acquistati nel 2012 e poco utilizzati, ha concretizzato nel 2018 oltre 700 procedure endoscopiche operative, tra Ercp, colangioscopie digitali dirette (18), resezioni a tutto spessore del tratto digestivo inferiore (13 al colon, una duodenale), dissezioni delle sottomucose dell’apparato digerente superiore (14) e inferiore (6). Tutto questo con due medici (con Barbera c’è Candeloro Baldassarre) e quattro infermieri: “E’ un punto debole, questo – spiega Barbera -. La mia equipe è molto professionale e lavora con grande spirito di sacrificio, rimanendo spesso anche oltre l’orario di servizio. Sarebbe necessario aumentare l’organico almeno di due infermieri, anche perché questa attività potrebbe essere d’aiuto per implementare lo screening del tumore del colon-retto”. Ma il futuro dell’attività endoscopia interventistica passa attraverso la trasformazione, prevista nell’atto aziendale, in Unità operativa semplice dipartimentale. Sotto l’aspetto politico sanitario degli investimenti della asl tesi a ridurre la mobilità passiva verso le Marche in particolare, questa ‘punta di diamante’, attraverso la sinergia con la nuova chirurgia generale del Mazzini, ha fatto registrare un sensibile calo dei viaggi della speranza lontano dal Teramano: adesso anche ad Atri si può intervenire sulle neoplasie del tratto gastrointestinale e delle vie bilio-pancreatiche.