TERAMO – E’ fronte compatto a Teramo per scongiurare la paventata chiusura del Traforo del Gran Sasso. Sulla questioe è intervenuto il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, con una nota in cui la definisce "l’ennesimo grave schiaffo al nostro territorio e alle nostre popolazioni, già duramente ferite dagli ormai noti eventi. Altrettanto grave risulta l’atteggiamento di chi, assieme all’INFN e alle istituzioni, non può ritenersi fuori dalla problematica, con la mancata risoluzione ad oggi della complessa vicenda della messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso". Il primo cittadino ritiene dunque che la chiusura "va impedita e scongiurata".
"È inaccettabile – dice -, infatti, che si continui a giocare sulla pelle dei cittadini, attraverso la mancata assunzione di responsabilità da parte dei soggetti coinvolti, non affrontando radicalmente il nodo della questione, la cui definitiva risoluzione, dopo decenni di colpevole inerzia da parte della politica e delle istituzioni, oggi non è più rinviabile. Contrariamente ad alcune affermazioni da parte di esponenti delle istituzioni, che si leggono ancora oggi, qui non sono in gioco interessi da bilanciare. Il bene “Acqua” non è un interesse ma un valore rispetto al quale tutte le altre esigenze in campo devono passare in secondo piano. Anche alla luce della linea tracciata dalla Regione Abruzzo con la D.G.R. n. 33 del gennaio 2019, risulta chiaramente essere un compito del Governo disporre progetti, percorsi e coperture finanziarie per la messa in sicurezza definitiva. E’ opportuno comunque ribadire che la soluzione non dovrà passare attraverso la inaccettabile proposta della realizzazione della terza canna".
D’Alberto lancia un richiamo alla responsabilità a tutti, istituzioni e altri soggetti pubblici e privati coinvolti nella vicenda, "una responsabilità che parte dalla consapevolezza che quella della messa in sicurezza definitiva della nostra acqua dovrà essere trattata come un’emergenza di carattere nazionale, da affrontare con immediatezza e con l’impiego di misure straordinarie. La stessa nomina di un Commissario Straordinario potrebbe avere un senso solo se accompagnata da una seria responsabilità istituzionale, dalla previsione di progetti sostenibili ed efficaci e soprattutto da risorse finanziarie ingenti, adeguate e immediatamente disponibili".
Ricordiamo che il sindaco di Teramo, in rappresentanza della comunità locale, assieme al collega di Isola del Gran Sasso, si è costituito parte civile nel processo che sarà celebrato sul sistema acqua al tribunale di Teramo.
Parlano di "grave colpo all’economia regionale" i consiglieri del gruppo del Partito democratico di Teramo. "Occorre, come già richiesto dall’onorevole Stefania Pezzopane – aggiungono i consiglieri del Pd e quello di maggioranza Maurizio Verna – la nomina di un commissario per la messa in sicurezza delle acque e la destinazione di precise risorse per gli interventi necessari a questo scopo, per superare la superficialità con cui il governo ha seguito finora questa vicenda".
Ma in sostanza il gruppo Pd e Verna chiedono "una immediata mobilitazione di tutte le forze politiche, sociali, imprenditoriali e sindacali abruzzesi, a partire dalla Regione Abruzzo e dal Presidente Marsilio, per richiamare il Governo, l’INFN, e tutti gli altri soggetti interessati, ai propri compiti ed alle proprie responsabilità: ossia rendere l’acqua del Gran Sasso sicura attraverso la messa in sicurezza delle falde acquifere, per consentirne la piena potabilità e l’utilizzo sicuro da parte della popolazione. Non è certo con la chiusura dell’autostrada più cara (in termini di pedaggi) che questo potrà avvenire e, tanto meno, non è con questo sistema che Strada dei Parchi potrà dimostrare la sua estraneità alle accuse giudiziarie mossele. Il PD teramano, nell’opporsi con forza a questa decisione incomprensibile e pericolosa, rivolge un appello a Strada dei Parchi perché receda dal proposito annunciato ed alla politica abruzzese tutta, ed in primo luogo alla Regione Abruzzo ed al governatore Marsilio, affinché sia scongiurata la preannunciata chiusura -che peraltro costituirebbe interruzione di servizio pubblico e inadempimento agli obblighi concessori da parte del concessionario, anche in considerazione del fatto che la A24 e la A25 rappresentano arterie strategiche per la protezione civile in caso di sisma o altre calamità e che quindi la chiusura del traforo rappresenterebbe una limitazione di transito dei mezzi su un’arteria strategica che, per sua natura, dovrebbe rimanere costantemente fruibile, fruibilità di cui il concessionario è garante- e siano svolte azioni di sollecitazione al Governo e a tutti i soggetti pubblici preposti, perché si proceda senza indugio alla messa in sicurezza delle falde acquifere del Gran Sasso, evitando ogni ipotesi di chiusura che non sia strettamente connessa con esigenze tecniche volte alla suddetta messa in sicurezza".