TERAMO – Per l’ex direttore generale della Asl di Teramo, Giustino Varrassi, la Corte di Cassazione, con un’altra assoluzione piena, scrive la parola fine per il caso della promozione dell’urologo Corrado Robimarga, ma rinvia ad un altro processo d’appello la definizione dell’accusa di peculato dell’auto di servizio, non prima di aver confermato la condanna per il suo ex autista Giovanni Lanci.
Con la conferma della formula del ‘perchè il fatto non sussiste’, si chiude dunque la vicenda relativa alla promozione ‘non opportuna’ dell’urologo ed allora assessore comunale di Teramo, a direttore dell’unità operativa semplice di urologia dell’ospedale di Giulianova, nonostantre fosse indagato. Il caso, noto, era quello dell’inchiesta che lo portò al processo per peculato, truffa e falso, che si è chiuso con la condanna, definitiva, a un anno e otto mesi per le sole contestazioni di falso e truffa. Con Varrassi erano imputati anche gli altri dirigenti del vertice Asl, il direttore amministrativo Lucio Ambrosj e quello sanitario Camillo Antelli. Condannato in primo grado (Antelli e Ambrosj a quattro mesi per abuso d’ufficio), il vertice aziendale era stato assolto con formula piena in Appello all’Aquila un anno fa. A Varrassi era stata annullata completamente la condanna complessiva a tre anni e due mesi, perchè il processo per la promozione di Robimarga era stato riunito a quello per la contestazione di peculato per l’uso illecito dell’auto blu, nel fascicolo formato allora dal pm Davide Rosati. Gli ermellini hanno però operato una scissione dei due casi: conferma dell’assoluzione per quanto riguarda la promozione di Robimarga, ma annullamento della sentenza di assoluzione pronunciata dai giudici aquilani con rinvio ad altra Corte d’Appello, in questo caso quella di Perugia, per la vicenda auto di servizio. Se dunque per Ambrosj e Antelli, il ‘calvario’ processuale si chiude dopo 7 anni (furono aperte nel 2012 in una sorta di Sanitopoli teramana) e con un’altra assoluzione piena, con il sostegno degli avvocati Guglielmo Marconi e Gabriella Zuccarini, per Varrassi (difeso dai legali Nicola Pisani e Gianfranco Iadecola) si annuncia un prolungamento giudiziaria. Non sarà invece così per il suo ex autista Giovanni Lanci. Il dipendente Asl era stato condannato in primo e secondo grado a un anno per i reati di appropriazione indebita, falso e truffa e nel secondo grado il suo ricorso era stato dichiarato inammissibile: questa decisione è stata confermata anche dalla Corte di Cassazione, rendendo definitiva la condana a un anno. Non è escluso che questo possa costituire per lui, alla luce di quanto disposto dalla legga Madia, il rischio di licenziamento dal servizio.