Stanchieri detenuto, si susseguono gli attestati di solidarietà. Topitti scrive: "Concedetegli gli arresti domiciliari"

TERAMO – L’ex assessore e costruttore Quintino Stanchieri è rinchiuso in isolamento in una cella del carcere di Castrogno allo stesso piano dell’nfermeria, dove c’è la possibilità, all’occorrenza, di avere aiuto nelle incombenze della vita quotidiana. Il suo stato di invalido al 100 per cento, la malattia e soprattutto l’età avanzata (ha compiuto il 14 maggio scorso 81 anni), stridono in maniera evidente con la detenzione in carcere, disposta una settimana fa dalla procura generale della Corte d’Appello. Stanchieri è infatti in carcere da mercoledì scorso, perchè è diventato esecutivo il cumulo di pene per complessivi 4 anni e 7 mesi. La notizia dell’arresto ma soprattutto della sua condizione ha fatto il giro della città ed è arrivata fin nei palazzi giudiziari dove questa vicenda non è stata evidentemente presa nella giusta considerazione. E mentre si cerca una soluzione, attraverso anche il ricorso al Presidente della Repubblica, affinchè venga disposta la sua scarcerazione con l’affidamento in prova del detenuto oppure la concessione degli arresti domiciliari, si moltiplicano le prese di posizione e gli interventi di solidarietà nei confronti di un imprenditore ed ex amministratore apprezzato e che riscuote ancora di ampi sensi di benevolenza tra la gente. Tutti sono accomunati dalla convinzione che la detenzione in carcere sia provvedimento che non rispetti, all’età di 81 anni, la dignità della persona, pur nel dover di perseguire la commissione di un reato, in questo caso una bancarotta preferenziale, che risale a oltre dieci anni fa (la condanna in primo grado è del 2010). Tra i priim a prendere posizione e chiedere subito la scarcerazione di Quintino Stanchieri è stato Antonio Topitti, noto libraio teramano e figura di primo piano nella locale Associazione partigiani. Topitti ha scritto una lettera aperta al presidente del tribunale di Teramo, Angela Di Girolamo, al presidene dell’Ordine degli avvocati, Guerino Ambrosini, ai Parlamentari e al sindaco Gianguido D’Alberto, ai quali si appella per "porre in essere tutte le iniziative possibili, per far sì che il nostro concittadino Quintino Stanchieri, ritenuto colpevole di reato finanziario, possa scontare la pena nel proprio domicilio".
Topitti interpretando il pensiero dei più, motiva la sua richiesta con "senso umanitario, considerata la veneranda età del condannato, 81 anni, e il suo precario stato di salute. Evidenzio a tutti voi – scrive ancora Topitti – che nel nostro Paese sono stati concessi arresti domiciliari per reati molto più gravi a persone in ottimo stato di salute e di giovane età".