FANO ADRIANO – Ha le ore contate il fabbricato della signora Luigina al bivio di Rio Arno. Dopo la decisione di abbatterlo presa dal Comune di Fano Adriano, dietro pressione dell’Anas e della Protezione civile, a causa del gravissimo rischio di ribaltamento della facciata sulla statale 80 per L’Aquila, lo storico fabbricato all’incrocio con la provinciale 43 per Pietracamela è stato avvolto dall’impalcatura e pian piano sarà abbattuto. Gli operai lo faranno cadere pezzo pezzo, senza ricorrere a una esplosione controllata o all’utilizzo di una ruspa. Le condizioni di sicurezza impongono un lavoro di cantiere che eviti ripercussioni sulla viabilità locale che già subirà limitazioni. La posizione dell’edificio, su cui campeggiava la scritta nera su una grande freccia gialla che indicava la strada per la vetta del Gran Sasso d’italia a quota 2.912 metri, caratteristica di tante cartoline, ha costretto la ditta specializzata chiamata a intervenire, a organizzare l’interruzione stradale su una corsia. Per questo motivo i tempi della demolizione saranno ristretti. Come noto, la decisione di abbattare il manufatto, danneggiato già dal sisma del 2009 e a cui i terremoti del 2016 e del 2017 ha dato il colpo di grazia rendendolo da inagibile a pericolante, è arrivata dopo i tentativi di mettere d’accordo e convincere i proprietari a trovare una soluzione. Sia il Comune che poi la prefettura hanno inutilmente percorso la strada della conciliazione con i 32 eredi, mlti dei quali emigrati in Canada, che adesso si ritrovano senza più un rudere e con una vicenda penale a amministrativa insieme. Da un lato infatti verranno perseguiti per non aver ottemperato a una ordinanza del sindaco Adolfo Moriconi, dall’altra dovranno rifondere l’importo dei lavori che il Comune di Fano Adriano anticiperà per la demolizione, che ammontano a 180mila euro.
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