TERAMO – Si continua a litigare dentro alla Teramo Ambiente, mentre il Consiglio di amministrazione resta ancora acefalo, senza un presidente effettivamente in carica, e con i giudici del tribunale di Venezia che si apprestano a dire la loro sull’ingresso del nuovo socio privato.
Assemblea soci ancora deserta. Anche l’assemblea dei soci di ieri mattina è infatti andata deserta per assenza del curatore fallimentare Marco Basaglia (che aveva annunciato l’ennesima assenza), e il designato presidente Luca Ranalli non ha preso ancora possesso del ruolo in sostituzione del revocato Pietro Bozzelli. Per ratificare il suo ingresso bisognerà aspettare (forse) la seconda convocazione dell’assemblea degli azionisti, fissata al prossimo 5 luglio.
In arrivo udienza per ricorso e arbitrato. Quella riunione anticiperà due altri importanti appuntamenti per TeAm: l’11 luglio sarà discusso il ricorso presentato dall’imprenditore teramano Franco Iachini contro l’aggiudicazione del 49% delle quote sociali alla Comir del Gruppo Gavioli, mentre il 16 luglio si formerà il collegio arbitrale, voluto dal Cda presieduto dall’uscente Bozzelli, che dovrà invece pronunciarsi sui crediti che la partecipata vanta dal socio di maggioranza pubblica, il Comune. Quello di Venezia è appuntamento delicato. Dopo il diniego del giudice di primo grado, quello delegato al fallimento, il ricorso di Iachini affronta il giudizio di appello dinanzi al tribunale ordinario in composizione collegiale. I legali dell’imprenditore battuto nell’asta delle quote private (aveva offerto 1,2 milioni di euro poi rialzato fino a un milione e 705mila) ritengono di giocarsi con altro destino questa partita, fidando nell’accoglimento dell’opposizione, sulla motivazione che alla procedura competitiva non possa partecipare il fallito, in questo caso il gruppo che deteneva le quote di maggioranza dell’Enertech. Se così fosse, Comir potrebbe venire estromessa. Si tratta di un gudizio nel merito, secondo quanto deciso dai giudici che hanno saltato la fase della sospensiva. Fino a quella data, la procedura è congelata.
Lite sui verbali. Non è certo congelata, al contrario, la contrapposizione tra Comune e parte privata all’interno della società di via Delfico. Ancora ieri tra il sindaco Gianguido D’Alberto e l’amministrazione delegato Pietro Pelagatti c’è stato l’ennesimo duro confronto, che adesso si gioca sul rilascio dei verbali delle riunioni dei consigli di amministrazione di maggio e di giugno. Sono atti interni all’organo amministrativo, a differenza di altri libri sociali: il Comune li ha richiesti, l’ad li ha rifiutati, anche se si tratta del socio pubblico. Una interpretazione confermata anche dal collegio sindacale che sovrintende alla regolare attività del Cda: è facoltà, non obbligo, consegnarli. Il punto è: perchè il Comune vuole visionare i verbali? Secondo alcuni il sindaco ‘punterebbe’ a sottolineare un cavillo nell’approvazione della bozza preliminare del bilancio, conclusa con il successivo inserimento della relazione degli amministratori. Il che potrebbe tradursi nella sfiducia all’unico rappresentante del Comune rimasto nel Cda, Edda Forcella. Se l’obiettivo è ricostituire una rappresentanza pubblica blindata (con Ranalli e un nuovo componente) dentro l’organo amministrativo e arrivare a ‘demolire’ la richiesta di arbitrato perevitare al Comune una condanna al pagamento dei debiti milionari, di sicuro a trarne vantaggio non è la vita dell’azienda.
I sindacati preoccupati per i lavoratori. Troppe incertezze, tanti dissidi, un futuro ancora in discussione, non sono garanzia di stabilità lavorativa e soprattutto impediscono un vero rilancio della partecipata. I sindacati sono preoccupati: "Da mesi cerchiamo una interlocuzione con i vertici della TeAm – scrivono Cgil, Cisl, Uil Trasporti e Fiadel -, i problemi sono sotto gli occhi di tutti, dalla manutenzione dei mezzi oramai molti da rottamare, alla situazione del personale operativo, con pensionamenti e non riassunzione dei tempi determinati, il rischio concreto e che quest’anno salti il piano ferie, circuiti dove da tempo si discute di una loro riorganizzazione ma a tutt’oggi niente di concreto". Ma nessun risposta arriva alle richieste di incontro presentate, l’ultima il 14 giugno, all’amministratore delegato e per conoscenza al sindaco, così come il tavolo tecnico in provincia, chiesto proprio dai sindacati, si è riunito l’unica volta il 5 aprile scorso. Intanto i lavoratori lavorano nelle ore più calde di giornate torride "per garantire la pulizia della città". "I problemi non aspettano i tempi della politica, se nei prossimi giorni non avremo risposte alle nostre richieste metteremo in campo tutte le iniziative che si riterranno opportune in difesa dei diritti dei lavoratori".