TERAMO – Dopo nove anni chiudono le Officine Indipendenti, l’associazione torna a non avere una sede fisica così come quando venne aperta, nel 2007, per poi nel 2010, affiliandosi all’Arci, costituirsi in circolo ricreativo culturale a Corso Porta Romana. Otto anni di battaglie con l’amministrazione di centrodestra costellate di ordinanze di chiusure, ben 3, e di inaugurazioni, di riaperture a seguito delle quali mese per mese abbiamo avuto la sensazione che potesse essere l’ultimo.
"Nove anni nei quali non ci siamo mai risparmiati, abbiamo mantenuto la promessa di ‘Paz’ iscritta sulla parete del circolo di Porta Romana “non tornare indietro neanche per prendere la rincorsa” – scrive Giorgio Giannella, ex presidente del Circolo -".
La chiusura delle Officine chiude anche la sede Provinciale del Comitato Arci Teramo che verrà spostata all’interno dello spazio acquisito nella Stazione di Pineto tramite un bando pubblico delle Ferrovie dello Stato. "Si tratta di un trasloco – aggiunge Giannella – che in tempo di grandi discussioni sulla desertificazione dell’entroterra post sisma rappresenta un grande disagio per i circoli della montagna oltre all’impoverimento del capoluogo".
"Abbiamo atteso per 13 mesi che il nuovo corso dell’amministrazione del capoluogo di provincia mostrasse la discontinuità da molti sperata, invece abbiamo ricevuto indifferenza e nessuna risposta. Brucchi in un lasso di tempo così ampio avrebbe sicuramente provveduto ad un’ordinanza di chiusura… Una parte di ciò che si definisce sinistra a Teramo potrà gioire questa sera avendo contribuito alla desertificazione del territorio, potrà gioiere di splendere nella mediocirtà imbastendo discorsi sulla meritocrazia ma tenendosi rigorosamente distanti dal merito delle questioni".
Secondo Gianella "la città rimane da oggi carente in luoghi di aggregazione dove ospitare eventi collettivi anche in inverno. La socializzazione torna ad essere schiacciata nella dimensione dei bar e non avrà altri luoghi, una città per studenti della scuole superiori con l’ambizione di fuggire fuori all’università. La città universitaria non è mai giunta per colpa di scelte amministrative che hanno impoverifo il territorio.
Dopo un anno non meritiamo risposta per il progetto di recupero dell’appartamento confiscato alla criminalità organizzata in via Molinari; per questo, come tradizione dinanzi a tutte le difficoltà, rilanciamo con il progetto di recupero di un bene pubblico per una riqualificazione urbana tramite la costituzione di una Cooperativa di Comunità Teramana dove far confluire le Officine e tante altre esperienze della città realizzando un centro di aggregazione polivalente e rendendo più solido l’associazionismo giovanile strutturalmente fragile.