Senologia Atri, Di Girolamo: "Paradossale chiuderla dove si referta il 40% degli screening"

ATRI – Parlano di "resa su tutti i fronti" e di una "regola regionale che trova però applicazione solo in provincia di Teramo" i Cinquestelle di Pineto, mentre il sindaco di Roseeto, Sabatino Di Girolamo, critica quella "logica ragionieristica che non rende onore al servizio pubblico della sanità". Ma è il primo cittadino rosetano – che si aggiunge undicesimo sindaco a sostenere la presa di posizione dei colleghi che l’altro hanno scritto al Governatore Marsilio – ad evidenziare la contraddizione ‘numerica’ alla base della decisione: "Se è vero che il 40% degli screening effettuati all’interno della Asl di Teramo viene refertato ad Atri, è incomprensibile privare il presidio del chirurgo alla mammella, vanificando gli sforzi di creare un’intera equipe di specialisti al servizio delle cure di questi tumori come è stato fatto sino ad oggi”. I Cinquestelle pinetesi chiedono ai consiglieri regionali di Lega, Fratelli d’italia e Forza italia cosa ne pensino "di questa ennesima beffa per il territorio teramano", assicurando con i propri rappresentanti all’Emiciclo "di attivare iniziative concrete volte a bloccare questo ulteriore scempio a danno del nosocomio di Atri e dei circa 100mila residenti del comprensorio".
Di Girolamo ricorda a se stesso come il recente pensionamento del rosetano Ettore Cianchetti, primario senologo ad Ortona, possa aprire una nuova stagione di mobilità attiva per il presidio atriano, di cui potrebbero saranno sicuramente protagoniste molte pazienti "che oggi possono rivolgersi ad Atri perché non hanno più un punto di riferimento" nel presidio ortonese. Ma è nella presenza attiva di un fervido associazionismo teso al sociale e al sostegno dei malati oncologici, con l’impegno a costituire rete sul territorio delle due associazioni “Rosa per la Vita” e “Lory a Colori”,  che il sindaco Di Girolamo suggerisce di notare "quanto questo bacino sia sensibile al tema e quanti legami abbia instaurato il reparto di Atri con questa comunità. Sono certo dunque con queste mie dichiarazioni di intercettare e farmi portavoce anche di queste due associazioni e auspico – ha concluso il primo cittadino di Roseto -, come gli altri colleghi sindaci, che la politica regionale voglia ascoltare questo appello per non mutilare l’ospedale di Atri di un importante servizio, ma soprattutto per non spogliare un’intera comunità di pazienti di un punto di riferimento qualificato della sanità teramana”.