PESCARA – Secondo le previsioni, la filiera De Cecco in Abruzzo, nel 2020 raddoppierà rispetto al 2016. Le stime parlano infatti di 4.650 ettari e 18.600 tonnellate di raccolto. Saranno piantate 6 varietà di grano più una in prova. Si tratta di un risultato eccezionale, che inserisce la nostra regione tra quelle interessate da un deciso incremento della produzione all’interno della filiera nazionale De Cecco per il nuovo anno: contratti alla mano, le previsioni indicano 20mila ettari, 80mila tonnellate e 9 varietà di grano tra Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Marche, Umbria, Lazio, Toscana, Campania e Sicilia. La Filiera italiana De Cecco non ha mai smesso di progredire e lo confermano i dati di partenza, o meglio quelli della campagna granaria 2016: 2.521 ettari e 6.819 tonnellate. Il segreto sta nel rapporto di collaborazione e di reciproca convenienza tra l’azienda, i produttori e gli stoccatori, che sono l’anello di collegamento tra i primi due protagonisti.
Le condizioni economiche per il 2020, migliorative rispetto alle condizioni del mercato, prendono come riferimento la quotazione della Borsa merci di Foggia. E’ previsto un prezzo minimo garantito al produttore di 275 euro a tonnellata (euro/ton) per grano con contenuto proteico superiore a 14,50% e purezza varietale 90% minimo, qualora la quotazione del listino foggiano fosse inferiore a 270 euro. Nel caso di quotazione superiore a 275 euro, si considererà la media dei due prezzi (min e max) del mese di riferimento oltre a premi legati al contenuto proteico e ad altri parametri. Per la raccolta 2018, De Cecco ha liquidato tutto il grano di Filiera nazionale a un prezzo medio di 293 euro a tonnellata al produttore contro un prezzo medio della Borsa Merci di Foggia di 236 euro al grossista, che significa un prezzo al produttore di circa 216 euro.
Nel 2019, la Filiera nazionale De Cecco sta esprimendo dati lusinghieri. Uno su tutti: 91,7 parti per miliardo (ppb) di Don (che è una micotossina) a fronte di 1.750 ppb che è il limite di legge (quindi, addirittura inferiore al limite max previsto per il “Baby Food” che è di 200 ppb). Ottimi anche le proteine e la purezza varietale ben oltre i limiti minimi di contratto.