ROMA – Continua a riservare sorprese il processo romano sul crac Tercas: nell’udienza di ieri, la Banca Popolare di Bari si tira fuori dal processo, ritirando la costituzione di parte civile. Significa, in parole povere, che in caso di condanna negli imputati, la Bpop di Bari non chiederà alcun risarcimento. Una decisione che va ad incidere notevolmente, ad esempio, sul ruolo processuale dei due imputati che hanno avuto un maggior legame con la ex Banca Tercas: l’ex presidente Lino Nisii e l’ex direttore generale Antonio Di Matteo. L’istituto bancario che ha acquistato Tercas dopo il default della banca di corso San Giorgio, resta dunque protagonista di una strategia processuale che i rumors avevano anticipato. Nella precedente udienza, infatti, i legali avevano rimesso la querela per il reato di appropriazione indebita. Un’altra sorpresa è stata rappresentata dall’intervenuta prescrizione dell’associazione a delinquere transnazionale nei confronti di sette degli otto imputati di questo reato. Nel processo restano in piedi gli altri reati, dalla bancarotta al riciclaggio fino all’ostacolo alle funzioni di vigilanza, contestati a vario titolo ai 14 imputati. La sentenza è prevista per primavera
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